lunedì 2 marzo 2015

Gdl 8 marzo: le trame



Direttamente da Anobii. 

Il catino di zinco, Mazzantini
Antenora, la nonna che Margaret Mazantini evoca in questo romanzo, s'impone come un piccolo eroe di un mondo arcaico. Confinata tra le pareti domestiche, esercita con energia un matriarcato casalingo e indiscusso, nel quale si impongono valori netti e semplici, sentimenti forti ed esclusivi, che la rendono capace di affrontare esperienze decisive (la guerra, il fascismo, il dopoguerra) senza mai perdersi d'animo. Di fronte alla sua morte, in un gelido mattino d'inverno, la nipote si interroga e disegna il ritratto di una donna che è riuscita a essere se stessa nonostante l'ostilità del mondo e della storia. Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1994.

Le Beatrici, Benni
Otto monologhi al femminile. Una suora assatanata, una donna ansiosa e una donna in carriera, una vecchia bisbetica e una vecchia sognante, una giovane irrequieta, un'adolescente crudele e una donna-lupo.
Un continuum di irose contumelie, invettive, spasmi amorosi, bamboleggiamenti, sproloqui, pomposo sentenziare, ammiccanti confidenze, vaneggiamenti sessuali, sussurri sognanti, impettite deliberazioni. Uno "spartito" di voci, un'opera unica, fra teatro e racconto. Una folgorazione.
Tra un monologo e l'altro, sei poesie e due canzoni.


Storia di una capinera, Verga
Scritto in forma epistolare, è tratto da un'esperienza autobiografica. Le lettere che la giovane Maria, costretta dal padre alla vita del convento pur senza vocazione, scrive all'amica Marianna durante un breve soggiorno con la famiglia in campagna, testimoniano del suo turbamento di giovane novizia che al di fuori della vita monacale riscopre nuovi orizzonti, e soprattutto l'esistenza dell'amore che, osteggiato da tutti, crescerà in lei assumendo una tensione parossistica. Considerato a suo tempo una polemica denuncia della condizione femminile, questo romanzo, adattato per il cinema da Zeffirelli, è piuttosto un grande dramma intimo, sentimentale, umano, spinto fino all'eccesso.

La lunga vita di Marianna Ucrìa, Maraini
Ecco era tanto che non leggevo un romanzo di Dacia Maraini veramente all'altezza del suo passato, non che gli altri non meritassero, ma questo é un libro con l'anima.
Sará che narra delle sue terre, quelle della sua infanzia, sará che la protagonista forse gli somiglia un po', lei molto timida rappresentata da una "mutola". In poche pagine é riuscita a costruire la vita di un personaggio della Sicilia pre unificazione, e a descrivere l'entroterra in cui viveva. Sono pagine che sembrano pagine di un diario, scritto a piú mano, anzi sembra il riassunto di un diario, contenente i fatti salienti della vita di Marianna Ucria. I suoi primi deboli passi nel mondo e poi pian piano quelli sempre piú autorevoli. Personaggi che si innestano nella Sicilia del latifondo quasi ancora feudale, e che interagiscono per mezzo del realismo mai pessimista di Dacia Maraini. Un libro pieno di sole, bello come il sole (recensione).



La zia marchesa, Hornby
Sicilia fine Ottocento. Costanza Safamita è l'unica figlia femmina di unaricca famiglia di proprietari terrieri, tanto amata e protetta dal padre, ilbarone Domenico, quanto rigettata dalla madre. Con la sua chioma di capellirossi e il suo aspetto fisico quasi "di un'altra razza", cresce fra le personedi servizio, fra l'orgoglio paterno del sangue e le prospettive alquantoridotte della vita in provincia. Sarà lei, per volere del padre, a ereditarele sostanze e il prestigio della famiglia. Affronterà la mondanità palermitanae una vita coniugale in equilibrio tra l'amore per il marito e l'impossibilitàdi abbandonarglisi, saprà affrontare i capimafia e contenere lo sfascio dellafamiglia, in un mondo arcaico e barbarico, fotografato nel momento della fine.

La bruttina stagionata, Covito

È la storia di Marilina Labruna, non bella ma nemmeno brutta, single attempata, che vive in solitudine e si mantiene scrivendo tesi per conto terzi, in genere per studenti poco volenterosi provenienti da famiglie benestanti. Una “bruttina stagionata” insomma, espressione che grazie a questo libro è diventata di uso corrente.

Menzogna e sortilegio, Morante
Scritto subito dopo la seconda guerra mondiale, la Morante con questo romanzoha iniziato il suo lungo percorso letterario. "O impareggiabile prosapia! Miamadre fu una Santa, mio padre un granduca in incognito, mio cugino Edoardo unras dei deserti d'oltretomba e mia zia Concetta una profetessa regina. Sifissarono così, in solenni aspetti a me familiari, le maschere delle mie futili tragedie...". Così assediata da tali "magnifiche" ombre, l'io narrante diMenzogna e sortilegio s'incammina verso la necropoli del proprio mito familiare: pari a un archeologo che parte verso una città leggendaria. 

 

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