lunedì 8 ottobre 2012

Caro Totò


Non ho paura, è il coraggio che mi manca.

Caro Totò,
io, di paura, ne ho piene le tasche.
Sento di aver perso il mio "sex appello",
lo stomaco è fatto di nodi (sarà la coscienza o la fame?).
Se tu nella tua vita hai fatto cinque o sei film degni e il resto è da buttare, non credo di essere nemmeno al primo.

Totò, che faccio?
Prendimi per le spalle, portami davanti a un piatto di pasta e raccontami le tue storie.
Dimmi che tutte queste sono "bazzecole, quisquilie, pinzellacchere",
che "è una lotta continua e discontinua".

Come batte il cuore, Totò.
Era sera ed è già notte, e il sonno non arriva.
A volte "mi confrondo" anch'io, Totò.
E allora, mentre ci versi un bicchiere di vino, spandine un po' sulla tovaglia e ridici sopra. Chiama il cameriere, chiamami "signorina", che tutto passa.

Mi batte il cuore, Totò.
"Altrimenti saresti morta, cara mia".

Che me ne faccio del coraggio?
Non sono noiosi gli impavidi?

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