(Linda Sunshine)
Quante volte ho voluto torcere il collo alla donna che il 27 dicembre, vestita di bianco, ha detto "ti accolgo come mio sposo" al mio nuovo cognato?
E quante volte lei ha voluto torcerlo a me?
Tante. E chi ha fratelli o sorelle sa che è così, per evoluzione della specie, proprio.
Però poi questi fratelli e sorelle si sposano, e tu ti ritrovi con i brividi (non per il freddo decembrino) e una lacrima che non sbava il trucco solo perché è waterproof.
Mia sorella Silvia si è sposata, e per tutta la giornata è stato un susseguirsi di flashback.
Di quando faceva i compiti, e io, imberbe e analfabeta, mi sedevo al tavolo con lei e cominciavo a leggere e a scrivere, anche se andavo solo all'asilo.
Di quando occupava il bagno per delle mezzore.
Di quando mi truccava perché non ero ancora capace.
Di tutti i vestiti che mi ha passato (o rubato, e che io ho rubato a lei!).
Di quando mi chiede in prestito libri che non tornano più.
Di quando la chiamo e il suo telefono è sempre "segreteria telefonica".
Di quando viene a pranzo e la prendiamo tutti in giro - di comune, sadico accordo (perché è "piccola e nera e non la vuole nessuno").
Di quando mi ha mandato la foto del suo vestito da sposa.
Di quando mi ha accompagnato a comprare il mio vestito per il suo giorno da sposa.
Di quando, la sera prima, mi ha chiesto - Dormi con me? - e io, tornata tardi per organizzare gli scherzi, sono andata in camera, dormiva già (perché a lei non piace dormire) e ho sussurrato sulla porta una preghiera.
"Proteggila.
Dalle la salute.
Fa' che sia felice".
Quindi, il 27 dicembre 2014, non le ho torto il collo, e la neve ha coperto incomprensioni, litigi, distanze che ci siamo prese in più periodi. Metti da parte tutto in un momento così, perché il matrimonio non è solo la festa dell'amore, è anche la festa della famiglia, e una sorella è la tua famiglia. Ti puoi allontanare, ma è come se uno spago ti tenesse legata a lei, e, quando non la vedi per un po' di tempo, lo spago tira; quando la ritrovi, quella tensione sparisce.
Io non sono perfetta, lei non lo è, ma siamo sorelle. E c'è così tanto dentro questa parola che smetto di scrivere perché adesso non ho il mascara waterproof. Riprendo la canzone che mia sorella e mio papà hanno ballato insieme e che mi ha strizzato il cuore di commozione:
Talk to me softly
There's something in your eyes
Don't hang your head in sorrow
And please don't cry
I know how you feel inside I've
I've been there before
[...]
But you'll be all right now.
Parlami con gentilezza
C’è qualcosa nei tuoi occhi
Non affliggerti, non abbassare la testa
e ti prego non piangere.
So quello che provi, anch’io
Anch’io l’ho provato
[...]
Ma andrà tutto bene.
Andrà tutto bene. E, se non dovesse, sono qui.
Anche perchè, al lancio del bouquet, quel famoso spago che ci lega ha fatto bene il suo lavoro, ha direzionato la traiettoria dei fiori... e adesso, come ricordo, oltre alla giornata di per sé incredibilmente emozionante, ho un bellissimo mazzo con nastro bianco che, si sa, se trasmesso in famiglia... vale doppio.
Queste parole mi hanno fatto commuovere, le leggevo con il sorriso ma pensavo anche a quante ne abbiamo passate io e Silvia e per me in maniera diversa, quel giorno è stato emozionante.. quante volte da bambine abbiamo sognato questo giorno e vederla bella, sorridente e in abito bianco mi ha fatto scendere qualche lacrimuccia (ringraziamo sempre il waterproof). Andrà tutto bene, non ci è dato sapere, ma con Francesco accanto sono sicura che sarà così.
RispondiEliminaGiusto! :)
RispondiEliminaGrande vale, sei semplicemente stupenda!
RispondiEliminaE il commento della mamma vale doppio :)
RispondiElimina