(da un'immagine del blog Inside the mind of a vegan)
Di
recente, grazie ai video di ragazze youtubers, mi sono avvicinata al mondo
"eco bio". Il che per me si traduce essenzialmente nell'abitudine -
prima inesistente - di controllare gli ingredienti di fondotinta, creme e
ombretti, e di struccarmi solo con olio d'oliva, miele e panno in microfibra
(scovato vicino allo scaffale dello Swiffer, sopra le spugne da cucina).
Poi stacco
le spine delle lampade anche quando sono spente, e una volta ho provato a
produrre un detersivo per piatti casalingo con acqua, aceto, sale e limone,
riempiendo il lavello di effluvi nauseabondi (colpa dell'aceto messo a bollire
in pentola, non mia - e comunque il detersivo è venuto bene). Sono anche
entrata in un supermercato NaturaSì, scappando via dopo aver scoperto che
davvero i prodotti biologici costano il doppio di quelli non biologici, e che
le commesse mi spaventano con la loro biblica conoscenza di biscotti integrali
e dentifrici alla salvia ("No, grazie, do solo un'occhiata!").
Non sono
né un'ecologista, né un'animalista. Mangiando una bistecca, non penso mai al
"fu" vitellino, e del pesce mi infastidiscono quegli occhi neri e
senza palpebra che il cuoco non elimina.
Ma non è
stato un gesto inconsulto. Ci ho riflettuto, immaginando per un momento di prendere in mano
gli striscioni che sabato pomeriggio ragazzi e ragazze hanno tenuto alti sotto
la M gialla e stilizzata, riconoscibile in ogni dove.
Gli Animali non sono una risorsa umana ma esistono per se
stessi, e una vita non ha più valore di un’altra indipendentemente dalla specie (animalvox.wordpress.com).
Ok, non disapprovo.
Poi c'è un appunto sul perché l'allevamento di animali a scopi nutritivi
(umani) non è moralmente etico:
Non
manifestiamo perché gli allevamenti industriali si trasformino in allevamenti
biologici, considerati ipocriticamente “etici”; perché il dominio e la
costrizione, in quanto tali, non sono giustificabili in nessuna forma.
L’allevamento biologico al pari dell’allevamento intensivo considera gli
Animali come merce e non come esseri senzienti, e non fa altro che mantenere
l’attuale rapporto gerarchicamente privilegiato dell’uomo che utilizza gli
Animali come schiavi per ogni suo scopo e bisogno: cibo, vestiario, ricerca
scientifica, divertimento.
Nessuna
ipocrisia.
Il
sopracciglio mi si è alzato qui:
McDonald's
rappresenta il luogo fisico dove si consumano pezzi di Animali ammazzati.
Per logica
dovremmo - da vegani - protestare di fronte a ogni ristorante, pizzeria, bar, carretto ambulante, macelleria. *
Non
fermarti a questo punto, mi sono detta. Forse il "Mec" è il simbolo
di qualcosa di diverso.
E infatti:
McDonald’s
è uno dei maggiori simboli di un mondo sbagliato e distorto, per il quale lo
sfruttamento del pianeta e di tutti i suoi abitanti non vale nulla se non in
relazione al profitto.
E ancora:
È soprattutto un simbolo capitalista che veicola una visione
antropocentrica del mondo in cui la vita, la libertà e la dignità degli Animali
sono a totale disposizione della specie umana che, considerandosi moralmente
superiore, si arroga il potere e il diritto di utilizzarli sfruttandoli e
uccidendoli a proprio piacimento.
Ma i ristoranti, le pizzerie, i carretti ambulanti?
Perché proprio McDonald's?
No, vai avanti.
Inoltre
per gli Animali non c’è alcuna differenza se sono schiavizzati per divenire
merce per una multinazionale o per qualsiasi altro ristorante.
E allora:
perché proprio McDonald's?
Io, da
questa domanda, non mi schiodo.
Ma non
voglio cadere in conclusioni superficiali (1. McDonald's è un grande marchio =
protesta davanti a un grande marchio = grande pubblicità. 2. "Quando gli
italiani protestano, protestano per il nulla". Forse me lo aveva detto mio
nonno. E poi il movimento vegano è condiviso nel mondo. 3. A protestare finisci sui giornali, e allora è la fama).
Io e il
mio senso critico, ancora in fase di svezzamento, avremo bisogno di altre
risposte.
Mi fate
ragionare?
* Corro ad
avvisare Emilio, mio macellaio di fiducia. Non vorrei che questo post gli
causasse dei disagi.
Io personalmente ( e so che qui scatenerò potenzialmente un putiferio) ritengo i vegani dei perbenisti e degli ipocriti. Perché è vero, loro non "uccidono direttamente" degli animali per mangiarseli. Ma tutta quell'agricoltura di cui loro si nutrono per sopravvivere, da dove arriva? Da posti che prima erano foreste e pascoli vergini per animali selvatici, naturalmente fonte di nutrimento per le innumerevoli specie di cacciatori naturali (vedi canidi e felidi selvatici, tanto per fare un esempio). Molti animali sono morti o moriranno per colpa dell'agricoltura, dei pesticidi e degli insetticidi. Inoltre queste persone hanno la vita facile, qui, dove non manca mai il supermercato di turno con la vastità di prodotti a cui siamo assuefatti. Ma in NATURA? In natura, quella vera, dove l'uomo è un onnivoro, dove mangi quello che ti capita, dove non hai integratori di vitamine e carnitina(ricavata quest'ultima, per altro, comunque da delle bistecche, nota dell'amico che fa il chimico), non scommetterei un soldo bucato sulla sopravvivenza di questi "nobili" vegani.
RispondiEliminaCapisco le tue osservazioni, per controbattere o darti ragione dovrei documentarmi un po' di più. Comunque la mia perplessità nasceva dall'accanimento contro McDonald's, che a questo punto sono convinta riguardi il fattore popolarità.
RispondiEliminaPoi non riesco ancora a comprendere le ragioni per cui una persona diventi vegetariana o vegana, ma ripeto, dovrei informarmi sull'argomento.
Grazie del commento!