mercoledì 19 settembre 2012

La storia di Sara (2)



Mentre Sara piange nella solitudine della sua casa e affronta l'ennesimo lutto, un uomo buono e saggio, Tobi, subisce, a sua volta, una sorte avversa: mentre una sera sta riposando appoggiato a un muretto, da un nido di rondine cade sui suoi occhi un grumo di sterco, che lo rende cieco.
Nessuno riesce a guarirlo.
La moglie, Anna, impreca contro un destino così maligno.
- Come faremo? Chi baderà a nostro figlio, Tobia, che è ancora così giovane?
Un giorno Tobi, pensando di essere ormai al termine della propria vita, chiama il ragazzo:
- Ho prestato denaro a un uomo, che abita in una terra qui vicino. Questa è la dichiarazione del suo impegno a restituirmelo, è una somma notevole, utile per te e tua madre. Vai a riscuoterla. Il viaggio non è lungo, ma comunque insidioso; se lungo il cammino incontri qualcuno che ti accompagni, lo pagheremo al tuo ritorno. Ora vai.
Tobia raduna in una sacca i viveri e va in cerca in città di qualcuno che conosca la strada.
Vede un giovane di bell'aspetto che siede all'ombra di un albero.
- Dove stai andando? 
- Verso il confine.
- Davvero? Io conosco bene quella terra e devo andare là. Viaggiamo insieme?
- Ne sarei felice! Vieni, ti presento mio padre.
Tobi è sollevato dalla notizia.
- Come ti chiami?
- Azaria. Non preoccupatevi per Tobia. Ci terremo compagnia a vicenda.
All'alba i due partono e camminano di buon passo.



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