C'è quella che soddisfa un bisogno compulsivo,
ingolosita dalle mode, incatenata dalla visione di un paio di stivali nuovi ai piedi della collega d'ufficio.
Ma c'è anche la donna che ha ponderato l'entrata in negozio più di quanto un generale possa programmare una guerra.
L'acquisto, per questa donna, è un investimento, in bellezza, comodità, complimenti altrui, che riceverà orgogliosa e meno spaventata di quando si era trovata davanti a due modelli ugualmente desiderabili.
Una donna che compra delle scarpe si fa un regalo,
per affrontare a piedi saldi la vita e chi vorrà mettersi sulla sua strada.
Le scarpe le conferiscono quella sua particolare andatura,
sono l'ultima parte della sua figura che abbandona il suolo, quando se ne va.
E chi la guarda alle spalle si sofferma sul tacco,
appuntito, arrotondato, severo o traballante. Come lei.
Con le scarpe una donna lascia la sua impronta sul mondo,
e se vuole chiede: chi mi ama, mi segua.
Altrimenti cancellerà qualsiasi segno del suo passaggio, per restare da sola con se stessa, e con quel paio di scarpe nuove che ha voluto comprare senza nessuno al seguito, per avere l'impressione che sia un segreto speciale.
Le scarpe, per una donna, significano sostegno,
femminilità o praticità,
fuggire o restare.
Una donna che scappa non lo fa mai a piedi nudi, ne va della sua dignità.
Quante cose potrebbe dire una scarpa di donna, se solo potesse parlare.
Cento paia di scarpe rosse davanti alla basilica
di San Lorenzo, a Milano, per dire basta alla violenza
sulle donne. Succede il 18 novembre grazie alla
performance di arte urbana "Con i tuoi occhi" e
alla rete di solidarietà attivata da Zapatos Rojos.
Il 25 novembre è Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Crediti immagine: Salvatore Lamanna "Colour as experience" - Facebook
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