lunedì 19 novembre 2012

Thanksgiving week #3



Rimbalzava spesso, in questi giorni, da una bacheca di Facebook a un'altra una frase di Einstein, che a quanto pare preferiva di gran lunga una scrivania disordinata, seppur segno di una mente disordinata, a una scrivania vuota (uguale a mente vuota).

Stasera mi sono ricordata di quella frase guardando il mio "tavolo da lavoro": pc e stampante, una scatola di carta "straccia" da riciclare, una pila di cartelline pericolosamente pendente ma finora mai crollata, un'altra pila di libri, 3 raccoglitori ad anelli, 4 tazze/barattoli trasformati in portapenne, un astuccio per i pennarelli, forbice, colla, scotch, un salvadanaio (vuoto), un cestino svuota tasche per forcine, monete, scontrini, caramelle, un pacco di biscotti, una scatola di cereali, una merendina, cracker, un'agenda (mai usata), gomme da cancellare diversamente sparse, chiavetta Usb, tartaruga Usb, pinzatrice, agendina, altro pacco di biscotti (di tipo diverso), una rivista, cellulare, portafoglio, penna, matita, altro telefono cellulare, dizionario di inglese, dizionario dei sinonimi e contrari, fogli di appunti, post it, calendario da tavola.
(oggetti elencati spostando progressivamente lo sguardo. Tutto vero).

Stasera ringrazio per questo caos.
Caos che ogni fine settimana cerco di sistemare, ma il lunedì sera siamo punto a capo.
Ringrazio perché questo caos è il mio lavoro.
In mezzo a questo caos ci sono idee,
partorite o in gestazione,
c'è della potenziale creatività, che probabilmente resterà tale, ma è lì.

Sgomenta, penso a come sarebbe questa scrivania vuota. E rabbrividisco.

Quindi grazie.

P.S. la scrivania in foto è di Albert, all'università di Princeton. La mia stasera è davvero in condizioni indecenti.


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