Il libro è un diario del cancro sia per chi non ne conosce i
"risvolti pratici" (inaccessibilità della vasca, pellegrinaggi dal
medico di base per le impegnative, cosa ti dicono i medici e cosa non ti
dicono), sia per chi ha il cancro o l'ha avuto e credo si ritrovi. Niente
fronzoli. Una cronaca. Che però rischia di diventare noiosa. Ma mi hanno infastidito
di più l'autoreferenzialità (cita titoli e trame di altri suoi libri) e la
mancanza di finale. "Durerà la remissione. Non lo so". Fine.
Apprezzabile la sua ricerca di risposte sul male: "Conoscere e dominare
sono sinomini".
102 pp
L'importante è prendere atto di una situazione cambiata e adattarvisi. Salvo fare ricorso all'arma estrema. Pensare ad altro. La possibilità di accedere mentalmente a realtà diverse, o addirittura di crearne, è la facoltà più grande che possegga l'essere umano.
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