giovedì 6 settembre 2012

#lamiaexmiglioreamica

L'"ex", in amicizia, è una costante quanto in amore.
Quando si tratta di amiche, amiche "femmine", gli eventi corrono sul filo del rasoio. Anzi credo che sia proprio un'arma simile al rasoio quella che taglia i rapporti tra amiche, migliori amiche ed ex.
Tra donne non ci si lascia mai con l'animo in pace.

Altro tag su Twitter, tanti ricordi. La mia, però, è una storia particolare: non riesco a usare così facilmente l'espressione "migliore amica", se non scadendo in una definizione abbastanza adolescenziale.
Chi è la "migliore amica"? Quella che ti passa la versione di latino a scuola? Quella a cui racconti la tua "prima volta"? O quella che, alla fine, il fidanzatino te lo ruba?
Non riesco a staccarmi da una visione "high school", e se così è, allora lo posso confessare, finalmente: non ho mai avuto una migliore amica.
Che peso, mi sono tolta.
Spero mi parlerete ancora.

Se la mia immagine al liceo vi torna come "secchiona-occhiali spessi-apparecchio ai denti", non ci siete andati lontani. Solo non portavo gli occhiali.
Ecco, quindi, che io e le amicizie femminili non abbiamo mai avuto feeling.

Non posso parlare di "ex migliori amiche", ma di "ex amiche" sì.
La vicenda segue, per certi aspetti, lo stereotipo triste e nebbioso di Oliver Twist. Munitevi di fazzolettini.

L'amica delle elementari
Ne abbiamo tutte una o più, perché alle scuole elementari è più facile: lo scambio di un braccialetto in perline o un paio di figurine della Barbie, il posto a sedere vicino per un mese (poi si turnava), i compiti a casa prima di andare al corso di ginnastica artistica. Ed era subito amicizia. Ricordo che una bambina-mia-amica si era trasferita verso la seconda elementare e per un po' ci eravamo anche scritte. L'ho rivista due anni fa a uno spritz (che salto) e lei aveva portato quelle lettere. Nostalgia, qualche ricordo ricostruito nella sala mensa o in cortile, certo poi le cose cambiano. E forse quel legame che con la vicinanza sarebbe potuto crescere è stato tagliato per motivi logistici, genitoriali e lavorativi. Purtroppo di amicizie "pluriannuali" (son partite bambine, son diventate donne) non ne ho mai vissute, e la sensazione, quando rivedi un'amica dell'infanzia, è sempre: - Madonna, è rimasta la stessa! oppure - Madonna, quanto è cambiata! Ma non sarà più come quando ci si scambiava figurine. Sigh.


L'amica di penna
Non è dolce? Avevo delle amiche di lettere. Carta, penna, buste e francobolli, tutto quanto. Quando tiro fuori dalla scatola quella corrispondenza, sa ancora di fragola (sul serio, compravamo carta profumata?). Una delle amiche di penna che ricordo di più si chiamava Anita. Dico "si chiamava" non per portarle male, ma perché non ho idea di dove sia, di che fine abbia fatto, se abiti ancora dalle parti di Brescia (era Brescia?) in un casolare in campagna (chissà come questo me lo ricordo). Conosciuta al mare perché avevamo affittato due piani diversi della stessa casa vacanze. Abbiamo continuato per mesi a descriverci le nostre rispettive collezioni di Barbie o il contenuto della letterina a Babbo Natale, top secret  per altri (sono serissima); poi in modo abbastanza indolore abbiamo smesso (anche di giocare con le Barbie e di fare le stalker con Santa Claus).
Dicono che l'estinguersi della vecchia corrispondenza su carta abbia mandato in crisi le Poste. Certo, se avessi avuto un'amica "di email" non sarebbe stata la stessa cosa.


L'amica del liceo
Che dolore, che dolore! Io e quegli anni, fate conto che siamo stati insieme perché lo sviluppo biologico me lo imponeva. I ricordi positivi ci sono, per carità, ma lasciatemi sfogare.
Ho frequentato il liceo classico in una classe all'80% femminile. Quei ragazzi che ci hanno supportato (ups, sopportato) per cinque anni sono andati calando di numero a mano a mano che si avvicinava la maturità (selezione naturale). Lo dico sempre: troppe donne in una stanza sola per troppo tempo, è un casino. Mettici gli ormoni e io credo che la terza guerra mondiale si sia giocata lì, in quelle aule. Non che non avessi amiche, anzi, molte le rivedo ancora, ma la mia insicurezza sotto pelle mi spingeva a essere un po' amica di tutte. Argh. Parlavo poco, passavo molto (appunti e traduzioni, soprattutto) e alla gita di quinta sono riuscita a non sedermi proprio davanti con l'autista e i prof. C'è stato anche qualche periodo di studio matto e disperatissimo in compagnia, pomeriggi passati a bere tè con i biscotti e a ripassare insieme in qualche cucina con la mamma di una che viene a chiedere se abbiamo fame. Purtroppo il tutto si è spento con il diploma. Adesso ci facciamo ancora gli auguri di compleanno, con chi si era più "intime". Un "come stai, tutto bene? Cosa fai nella vita?" che ti serve a capire dove sono arrivate o quanto successo hanno avuto quelle che ti accompagnavano al bagno durante la ricreazione. Se diventeranno medici, cominci subito a odiarle.

L'amica del paese
Che spesso coincide con l'amica delle elementari. Il problema sorge quando, finita la scuola primaria, diventi grande e cominci le medie fuori dal tuo paese d'origine. Settembre, ottobre, e la frittata è in pentola: le amiche delle elementari non le vedi più.
Fino alla terza media viene in tuo aiuto il catechismo: ogni sabato puoi incontrare le compagne che hanno scelto una scuola statale e che, secondo te, privilegiata privatista, si divertono molto di più. Almeno sono insieme. Le rivedi, ma già il fatto di non condividere più bagni e merendine (non che siano collegati... bè, avete capito) toglie quella complicità che sentivi fino a un anno prima. Niente più pomeriggi con i calzetti antiscivolo davanti alla stufa o biciclettate nella mia via o nella tua via?
Quando, però, finisce il periodo delle scuole, c'è una specie di riscatto per le amicizie del paese d'origine o di residenza: cominci a far parte di un Gruppo giovani, l'amichetta vicina di banco lavora in un bar, se qualcuno si interessa di politica, può capitare di incontrarsi a un Consiglio comunale. Succede così, abbastanza in sordina. Ah ciao, sei proprio tu! (Finalmente ti sei tagliata quei capelli e sei pure dimagrita!). Si capisce subito se la cosa funziona, se ci si sta ancora simpatici dopo tanto tempo. Se sì, qualche occasionale incontro ti porterà a dire: - Sì, mamma, esco con Anna, sì quella con cui giocavo da piccola, ci crederesti? Altrimenti l'esito sarà una totale, ma civile, indifferenza, un cenno di saluto se ci si incrocia al supermercato. Giusto per.

L'amica dell'università
Chi non ne ha una? Mi rendo conto che le mie "ex" amicizie si basano soprattutto sui diversi cicli scolastici, d'altronde cosa può rafforzare un rapporto più della condivisione di un stesso nemico (il prof) e di uno stesso dubbio esistenziale (che ci sto a fare su questi banchi)? Colpa mia, che ho lasciato l'università a primo anno finito, ma se c'è una cosa per cui ringrazio del tentativo fatto sono proprio gli incontri. Ragazze di città diverse che, a modo loro, mi hanno dato qualcosa: gli sfoghi contro la vecchietta da cui alloggiavano, l'amore per i libri, la fatica di conciliare studio e lavoro, le aspettative dei genitori. Una di loro è diventata mamma.

Ecco la mia piccola storia, taggata #lamiaexmiglioreamica.
Non è stato un idillio. Nessun litigio, in realtà, solo la stessa formula ripetuta: ci si è perse di vista.
Ma poteva andare peggio.
Potevo essere la exmiglioreamica di jawaad:


Diciamo che non avrei goduto della massima privacy.


Questa è un'accusa pesante!


Ma dai?



5 commenti:

  1. Una cosa piccola, giusto per buttare fuori qualche pensiero. Altrimenti in testa fanno la muffa ;)

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  2. Ci si prometteva amicizia eterna, adesso non ti accettano manco l'amicizia su Facebook: ecco la fine delle mie migliori amiche. :D

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  3. O, se te la chiedono, poi per strada non ti salutano :D

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  4. cavoli, vale, sono incappata solo ora su questa pagina del tuo blog e intanto devo dirti che hai fatto benissimo a sfogarti: ogni tanto bisogna buttare qualche sassolino altrimenti diventa dura farsi tutto il tragitto con quel "coso" che batte dentro la scarpa..! poi ammetto che per alcune cose mi ci sono pure ritrovata. L'amicizia tra donne è impegnativa, a volte snervante, ma se c'è ed è sincera sono convinta che possa sfidare anche le peggiori tempeste. Il punto è..e se ci si perde di vista? Cambia tutto? Le ore passate a confidarsi al telefono, gli sms chilometrici, i pomeriggi a dividersi i compiti, dove finisce tutto? Come te, posso dire di non aver mai avuto una vera e propria best friend, ma buone amiche sì, così come purtroppo qualcuna che mi ha profondamente deluso e ferito. Le buone amiche riesco a sentirle e a vederle ancora, ma i rispettivi impegni di lavoro e soprattutto la lontananza fisica costringono a diradare gli incontri e, con essi, le possibilità di confidarsi come facevamo una volta. Questo è il mio rammarico. Mi piacerebbe riuscire a dare il giusto peso a tutte le mie amicizie, ma il tempo fisicamente mi manca e a volte ho la sensazione che il mio desiderio sia un po' a senso unico (devo farmi sentire sempre io per prima? e loro??).. Per fortuna lungo il percorso ci sono anche persone che riescono a stupirti, che conosci per caso o tramite "amici di amici" e che, nonostante gli impegni, hanno voglia di condividere il loro tempo e i loro pensieri con te, anche se li conosci da poco. E davvero "ti sembra di conoscerli da una vita"! Ecco, il mistero delle amicizie è presto svelato: ci sarà sempre qualcuno in grado di sorprenderti e non solo gente che per strada non ti saluta ma poi ti chiede l'amicizia su fb..! E se ci si perde di vista, basta guardare dietro l'angolo per scoprire qualcuno di nuovo..:)

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