giovedì 1 novembre 2012
Ptb: aggiornamenti on the road
Tre link per chi ancora non conoscesse la bizzarra iniziativa siglata Ptb partita il 21 settembre:
Che cos'è il Ptb e quanto dura:
http://nevale-lapena.blogspot.it/2012/09/10-libri-3-mesi-piccole-imprese.html
Alcune regole per chi partecipa (attenti alla zuppa di broccoli):
http://nevale-lapena.blogspot.it/2012/09/ptb-vietato.html
Come fare le recensioni (perché a scuola odiavamo le recensioni, e allora ci vuole un metodo alternativo):
http://nevale-lapena.blogspot.it/2012/09/1010.html
Stanchi di seguirci? Noi di leggere proprio no, a giudicare dal buon ritmo che stiamo seguendo.
Qualche dato:
Persone finora coinvolte: 4 (attive, cioè che recensiscono anche), più direi 4/5 (lettori timidi, non apertamente dichiarati, "ma proprio in tre mesi?").
Pagina finora lette: vado io? (calcolatrice, calcolatrice!) Sono a 1.356 pagine e sono a metà Ptb (5 libri letti).
Impressioni e sentimenti: ansia, a tratti (come faccio a leggerli tutti in tre mesi?!), adrenalina a dosi elevate (questo progetto mi carica più dell'arrampicata su roccia), entusiasmo (per la condivisione con gli altri lettori e la possibilità di leggere dei capolavori).
Prospettive: abbastanza buone. C'è ancora Anna Karenina da affrontare, ma l'attacco deciso al Conte di Montecristo mi sta dando fiducia. Speriamo in bene!
Rimpianti? Sì, di non aver fatto altri Ptb prima!
Progetti: comprare almeno due o tre dei libri che ho letto per averli e sottolinearli e sfogliarli quando mi prende la voglia. E poi consigliare i libri giusti alle persone giuste: mi piacerebbe che tra i libri del mio Ptb ce ne fossero alcuni di "rivelatori" anche per le persone che conosco.
Prima del Ptb ero una lettrice affezionata ma pigra,
appassionata ma un po' vigliacca.
Mai libri troppo lunghi o troppo "classici",
non ero all'altezza.
Questo Ptb ha tirato fuori la parte "buona" di me: mi dà delle scadenze, ma non troppo severe, mi sfida, ma lo fa con cortesia. E io prendo il guanto con serenità.
Così imparo a spegnere il computer quando è il momento e capisco che la mia non è l'unica storia da raccontare, né lo è il mio dolore, né lo sono i miei problemi.
Finora Marcela Serrano mi ha insegnato l'importanza della famiglia,
George Martin il potere della fantasia,
Virginia Woolf la bellezza dei pensieri.
Truman Capote mi ha fatto conoscere la frivolezza più rassicurante,
David Grossman la necessità di confidare le debolezze a chi, crediamo, possa amarci comunque.
Vi lascio.
C'è un tale, si fa chiamare conte di Montecristo, che da qualche giorno mi perseguita. Potrei denunciare lo stalking, ma credo che in fondo sia una brava persona. Se finirà che mi offre un anello con brillante e mi sposa, siete tutti invitati.
Per voi, intanto, una parentesi, una piccola riflessione di Lionel Bellenger sul lettore e la lettura. Credo sia in tema.
A presto.
Leggere significa identificarsi con l'amante e con il mistico.
Leggere significa essere un po' clandestini, abolire il mondo esterno, spostarsi verso una finzione, aprire le parentesi dell'immaginario.
Leggere significa spesso ammalarsi (nel senso proprio e in quello figurato).
Leggere significa stabilire una relazione attraverso il tatto, la vista, l'udito (le stesse parole risuonano).
Si legge con tutto il corpo... il piacere viene dalla gioia dell'attesa (attesa che spesso si riduce alla suspence).
C'è narrazione, vita, durata.
Vi è la certezza di conoscere il seguito, ma nello stesso tempo assenza di seguito.
Il lettore allora fugge, ma è trascinato avanti.
Egli è in balia delle pagine.
La sua attesa sarà premiata.
La gioia dipende dal numero di pagine ancora da sfogliare.
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