Scrivo su un'onda emotiva che non pensavo di poter sentire semplicemente guardando un servizio tv delle Iene.
La vicenda è datata, ma il servizio fa scalpore in questi giorni, perché in questi giorni il programma lo ha reso pubblico.
Per chi non lo avesse visto: http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/368659/toffa-morire-danoressia.html
Una ragazza è morta di anoressia.
Ancora?
"Ma morire d'anoressia nel 2013 è inconcepibile" scrive qualcuno sulla pagina Fb delle Iene.
Mi chiedo: perché mai?
Pensavo fosse una delle malattie del nostro secolo, come si dice.
Ma forse non sono aggiornata.
Forse hanno scoperto delle cure rivoluzionarie contro una patologia che non ha niente di curabile. Niente. L'anoressia non può essere curata, se chi ne soffre non vuole essere curato.
Ma dai?
Eh sì.
Eppure se ne parla come dell'influenza, del morbillo o del tifo, che un tempo non lasciavano nessuna speranza. Poi i vaccini.
Ma di anoressia si può morire anche nel 2013.
Di anoressia si continuerà a morire se per capire la sua pericolosità c'è bisogno di vedere un servizio delle Iene.
Prima volta, mi sono trovata d'accordo con la scrittrice Michela Marzano: http://www.repubblica.it/rubriche/parla-con-lei/2013/01/22/news/il_corpo_di_sara-51078189/?ref=HREC2-14
Sullo schermo ho visto desiderio di audience, prima che di sincero aiuto.
Ho visto genitori in balia di telecamere che hanno accettato di introdurre nella loro intimità e nel loro dolore perché, forse, in paese non hanno nessuno con cui parlare.
E quei genitori dov'erano, mentre Sara moriva?
Perché Sara non è morta quando ha ingoiato la soda caustica. Sara ha cominciato a morire prima, quando guardava le compagne di classe vestite di firma, quando ha iniziato la "dieta"... Sara moriva lì.
Io non posso credere che nessuno se ne sia accorto prima.
Non è umanamente possibile. Un male così grande, che si palesa presto, che è evidente nella carne ancor prima che nell'anima di chi continua a mentire a se stesso... nessuno lo ha visto?
Nulla si può, se Sara non vuole farsi curare.
Nulla, se lei decide di scappare dall'ospedale.
Penso solo a cosa deve avere provato quando sindaco, vicesindaco, medico, carabinieri si sono presentati a casa per attivare il Trattamento sanitario obbligatorio. Funziona davvero così? C'è bisogno di tanto cerimoniale? Chi di noi non avrebbe preso paura? Chi di noi si sarebbe ricoverato a cuor leggero?
Il cuore di Sara era pesante, il suo corpo leggero.
Santo Dio, dov'è l'umanità?
L'umanità delle persone, che non avvicinano una ragazza, non si conquistano la sua fiducia nascondendo una telecamera nella borsa, offrendole un cappuccino... ma non è straziante?
Che cosa avrebbe detto Sara se avesse scoperto: ehi, sei sulle Iene! Un bel sorriso per gli telespettatori.
Sara non sorride più.
E io mi ritrovo qui, arrabbiata con le Iene, i genitori di Sara, il direttore sanitario, le persone del paese, le macchinette del caffè, i cappuccini con troppo poco zucchero che non hanno salvato Sara a far ripartire la vita non più in circolo nel suo sangue.
Piango un poco, Sara, e poi basta, per non fare moralismi.
In fondo piangere adesso non serve, non serve davanti a un servizio televisivo che non ha raccontato la storia di altre mille come te.
E quelle ragazze chi le aiuta?
Chi ci parla con loro?
Chi le porta in ospedale?
Quando finirà questa mattanza?
Quando un essere umano avrà la garanzia, nascendo, di non dover morire per il solo, crudo
desiderio di sparire di fronte a una considerazione di sè troppo debole?
Perché finiamo sempre per non volerci bene abbastanza?
Non e'facile un commento,e' molto riduttivo in poche parole ma ci provo: purtroppo devo darti ragione sulla poca umanita' di queste persone, ma sono convinto che questi a loro volta nessuno glielo ha insegnato e non se ne rendono conto finche' non capita a loro qualcosa da scueterli.Sono anche convinto che allo stesso modo, se nessuno ci ha insegnato ad amarci non siamo in grado di farlo da soli e con serenita' e tantomeno si puo' colpevolizzare chi non l'ha fatto perche', a loro volta sono stati trascurati ecc.
RispondiEliminaPercio'noi, adesso diventati adulti e piu' consapevoli di questa mancanza molto diffusa, possiamo interrompere questo meccanismo perverso per fare in modo che cominciamo fin da subito a migliorarci e dare amore e tenerezza infinita e non indifferenza e solitudine.
Quindi cominciamo noi prima di tutto a lasciarci amare da chi ci sta vicino e vuole amarci senza paura e senza pregiudizi cosi' poi potremo fare altrettanto dando l'esempio.
Sulla mancanza di tatto e umanità e del modo in cui la vicenda si è svolta hai ragione al 100%. Per chi è all'esterno è difficile capire quello che succede all'interno di una persona, alle volte lo è molto di più per le persone che ci stanno vicino. Normalmente i nostri genitori sono al di fuori dei nostri reali pensieri perchè siamo noi a lasciarli fuori, per non farci vedere deboli, per paura di deluderli, per vergogna...scegli tu. Non sono un esperto in materia ma ho sempre pensato l'anoressia camminare abbracciata alla solitudine e che non sia la voglia di vedersi più belle ma la voglia di non vedersi più, perchè la vita è pesante, difficile e i momenti di felicità sono solo microintervalli nella propria esistenza, perchè il non essere compresi e amati è duro da mandar giù e la soluzione più semplice è trovare un sistema perchè tutto questo possa finire...
RispondiEliminaUn soluzione al problema non c'è per tanti motivi, ci vogliono tanti amici pazienti perchè stare vicino a certe persone è difficile perchè stare vicino a chi sta male è una missione che poche persone sono disposte a sobbarcarsi...e questa è una realtà. Molto più semplice stare vicino a belle persone, brillanti e "fighe".