martedì 15 gennaio 2013

Ptb/Vale... e siamo alla fine! Anna Karenina


Il mio incontro con Anna Karenina è avvenuto alla bancarella di un mercato settimanale qui in un paese vicino al mio.
Cercavo un'edizione leggibile (avevo in mente certe versioni dei romanzi russi su carta giallognola e scritte in caratteri minuti).
L'ho trovata per pochi euro, e fu subito amore.
Poi la catastrofe: a casa scopro che la retro copertina svela t-u-t-t-a la storia, finale compreso. Sì, Anna Karenina è il classico dei classici. Sì, è uno dei libri più spoilerati della letteratura. Ma io ero ancora tra i pochi a non sapere come andava a finire!
Quindi primo avvertimento utile: se comprate l'edizione di cui sopra, non leggete la retro copertina.
Avvertiti siete.
E poi chiedetemi se mi è piaciuto Anna Karenina.
(grande sospiro)
Vi spiego come è andata...



1. Perché hai scelto questo libro per il tuo Ptb? Te lo ha consigliato qualcuno o l'hai trovato tu?
2. Libro magro, in forma o grassoccio? ** In quanti giorni lo hai letto?
3. Dove ti sei trovato a leggerlo più spesso?
4. Racconta la storia in tre righe.
5. Il tuo personaggio preferito o quello che hai sentito più simile a te.
6. Il personaggio che avresti fatto uscir di scena volentieri.
7. Una citazione che hai dovuto assolutamente sottolineare.
8. Associa al libro un tuo stato d'animo.
9. Il libro si è rivelato come te lo immaginavi prima di leggerlo? Insomma: è scattato il colpo di fulmine?
10. In piena sincerità: lo consigli o lo butti? Se lo consigli, a un lettore o a una lettrice in particolare?


1. Ho scelto di leggerlo per l'unica ragione che può portare un lettore medio a leggere gli russi: la voglia, a libro finito, di vantarsi con tutti: "Ho letto Anna Karenina".
No, scherzo.
E invece no.

2. Libro da dopo le feste, con panettoni e cenoni sul groppone: 796 pagine (ma ho sentito con terrore che alcune edizioni contano 1.200 pagine. Psicologicamente non ce l'avrei fatta. Meglio 796).

In quanti giorni? Tanti. Masticandolo più volte, alternandolo ad altri libri, superando i confini temporali del Ptb, ascoltandolo con audiolibro... in tutto posso dire che Anna è rimasta nella mia vita per due mesi scarsi. Ci abbiamo messo un po' a conoscerci.

3. A letto. Cambiando le "posizioni da lettore" più e più volte. Mia mamma una volta mi ha chiesto: "Ma stai facendo yoga?". Le gambe incrociate e la testa per terra possono averle creato il dubbio.

4. È la Russia di fine '800. Fredda, aristocratica, in subbuglio. Nell'aria si respirano i cambiamenti delle prossime rivoluzioni, ma tra i nobili tutto si conserva con ipocrita staticità. Così quando la giovane e bellissima Anna, in Karenin, tradisce il marito per un altrettanto giovane e bellissimo ufficiale dell'esercito, è scandalo a San Pietroburgo.

5. Più che un personaggio in sè, ho amato alcuni tratti di personalità di ciascuno: la bonarietà di Stepan, fratello di Anna; la pazienza di sua moglie Dolly; la femminilità dell'amica Kitty; l'intelligenza di Levin, marito di Kitty; la sicurezza di Karenin; la passionalità di Anna, che ama di un amore totale.

6. L'unico che può avermi deluso nella sua evoluzione è l'amante, "l'altro", l'ufficiale Vronskij. Pago solo dell'amore per lei, sembra disinnamorarsi molto velocemente... o forse sono solo io a essermi inacidita nei suoi confronti!

7. Scelgo questa:
"Ricordò il ballo, ricordò Vronskij e il suo viso innamorato (...) "Possibile che fra me e quel giovane ufficiale, quel ragazzo, esistano o possano esistere altri rapporti fuorché quelli che esistono con ogni altro conoscente?". (...) E si mise quasi a ridere di un'allegrezza che si era impossessata di lei senza ragione. Sentiva che i nervi, come corde, si tendevano sempre di più come su cavicchi avvitantisi. Sentiva che gli occhi le si dilatavano e che le dita delle mani e dei piedi le si muovevano nervosamente, che qualcosa dentro le soffocava il respiro e che tutte le immagini e i suoi in quella penombra vacillante la colpivano con una impressionante chiarità."
Il momento dell'innamoramento, le prime manifestazioni di una passione che la colpisce nel corpo, senza che lei abbia altra scelta. Oggi diremmo "farfalle nello stomaco". Tolstoj lo disse così. Mirabile.

8. Ne associo tre:
aspettativa (ero eccitata all'idea di cominciare questo libro)
noia (nelle parti più "difficili" da seguire, vedi sotto)
pace.
Sì, nonostante la recensione semiseria che sta nascendo, ho fatto pace con Anna Karenina. Mi ha deluso sotto certi punti di vista, ma sono contenta di mettere via la mia copia vissuta e sudata. Con i classici ci sta.

9. Forse è il libro che più mi ha sorpreso. Immaginavo una storia d'amore e basta, ho trovato tutt'altro. Per tanti motivi:
- questo libro non parla di Anna Karenina, ma della Russia di Anna Karenina. Il suo matrimonio infelice con Aleksej Karenin, la storia d'amore con Aleksej Vronskij occupano una percentuale di capitoli molto bassa; spesso sembra che il filo narrativo "si dimentichi" completamente di questo menage a tre e la cinepresa si sposti su altri piccoli o grandi drammi  umani, quello di Kitty e Levin, di Stepan e Dolly. Altre coppie, amori uguali o diversi, che prendono posto con pari dignità nella struttura della vicenda.
Mi verrebbe quasi da dire che Anna Karenina NON è la protagonista di questo libro (Tolstoj si starà rigirando e rigirando nel suo loculo).

- ho letto un'interpretazione secondo cui il tema centrale del libro non è l'amore, ma la difficoltà di farlo perdurare. L'amore "intralciato" dai problemi quotidiani, il lavoro, le discordanze religiose, gli impulsi del corpo, la società, la famiglia, i cambiamenti politici, la mentalità comune e privata. Più che dell'amore si parla dell'aspirazione all'amore e alla sua effettiva realizzazione.

- Un aneddoto racconta che a Tolstoj l'idea di scrivere Anna Karenina venne mentre lui si trovava disteso sul divano e si immaginò un "nudo gomito femminile di un elegante braccio aristocratico" (lo dice Wikipedia).
Anche se così fosse, sarebbe il "nudo gomito femminile" più ispiratore mai esistito, vista la miriade di temi che Tolstoj ha mescolato nel romanzo: amore, matrimonio, società, politica, amore materno, progresso, ipocrisia, contrapposizione tra campagna e città, fede e ateismo, crescita, morale...

- Dostoevskij definì Anna Karenina un esempio di perfezione totale.
Secondo me, invece, è tutt'altro che un'opera perfetta: digressioni troppo ricche di dettagli su temi poco alla mia portata (politica, agricoltura, finanza); introduzione di personaggi che non modificano di nulla la trama (inutili?); una lunghezza totale del libro che farebbe desistere chiunque.
Ma mi sono resa che: parlo da lettrice contemporanea.
Anna Karenina è estremamente moderno, almeno per l'epoca nella quale è stato scritto. Politica, agricoltura, finanza... a me sembrava di leggere un quotidiano del tempo, ma dovevano interessare sicuramente un lettore di fine '800. E la lunghezza? Altri tempi di lettura, allora, meno frenetici.
Anna Karenina è perfetto per Dostoevskij perché è il libro di quel momento storico, assieme a Guerra e pace, per esempio, e ad altre opere per noi "mastodontiche".

- "Anna Karenina tratta temi davvero innovativi per quel tempo".
Di solito ci si esprime così. Infatti Anna non ama il marito che ha sposato sotto la protezione di Dio e si innamora di un altro. Viene additata come donna "perversa", senza dignità, che ha compiuto un sacrilego.
Ma.
Ma.
Embè, dico io?
Sì, è vero che la sua storia è scandalosa... ma Anna Karenina prende il nome del marito, Karenin, quindi letteralmente è "Anna moglie di Karenin": è questa l'indipendenza femminile? E poi non è facile leggere un libro che si fonda su una vicenda sentimentale "comune" ormai. Oggi ci si lascia, si divorzia... dunque che Anna lasci e cerchi di divorziare dal marito: embè?
Voglio dire che non è questo l'aspetto che mi ha interessato di più, paradossalmente.
Noi lettori "moderni" abbiamo fatto il callo alla mancanza di pudore e "virtù" nei libri; in Anna Karenina non viene descritta neppure una scena di sesso e i riferimenti alla sfera carnale sono molto velati.
Tutto un altro mondo, per quelli come noi che escono da Cinquanta sfumature di grigio.
E non è solo questione di "contestualizzare" l'opera. Perché credo che la vera bellezza di questo libro (sì, ho trovato un pregio a questo libro) stia non tanto nella adultera Anna, ma nei suoi pensieri. (vedi punto sotto).

- Non conoscevo Tolstoj quale un mago dell'analisi psicologica dei personaggi. Le pagine più belle sono quelle dove mi ha permesso di sedermi vicino a loro e ascoltare le loro confessioni. Stupende righe piene di dubbi, ansie, domande, risposte, domande senza risposta, alienazione, paure, gioie inaspettate, timori... la grande umanità di Tolstoj, che mi ha ricordato un'altra grande penna, quella di Victor Hugo. Tolstoj, come Hugo, conosceva gli uomini e le donne del suo tempo e ha saputo scriverne. Bravissimo.

- l'immagine della donna: prendo sempre da lontano gli autori uomini che parlano di donne. Controllo che non cadano in stereotipi, né, Dio ce ne scampi, che prendano per principio le difese del "sesso debole". La cosa interessante che fa Tolstoj è dare voce a donne molto diverse tra loro: c'è l'orgogliosa Dolly, stanca del marito che la tradisce con la domestica ma preoccupata del futuro dei figli; c'è la docile Kitty, sedotta e abbandonata, poi simbolo di un amore coniugale "casto"; e c'è Anna, che ama il figlioletto ma cede alla passione e all'amore per un altro uomo che non è il marito. Dolly rappresenta le convenzioni sociali, Kitty la fede in Dio e nel matrimonio, Anna l'amore totale, che disobbedisce sia alle convenzioni che a Dio, e dà retta agli istinti, non solo carnali ma anche spirituali di una donna. Anna ama realmente Vronskij (insomma non è solo una storia di letto) ed è un'eroina moderna.
Tolstoj ci presenta queste donne, sullo sfondo altre figure femminili minori, che danno il proprio giudizio sulla vicenda di Anna... mentre Tolstoj si astiene. Tre donne, tre modelli. A voi, donne, la scelta in base a coscienza, sembra dire.

- E gli uomini? Che uomini sono? Anche qui opposti nel modo di vivere e di pensare. Il marito Karenin, rispettoso delle regole e del ruolo che ha nella famiglia e in società; Levin, marito ma giovane uomo in cerca della propria identità, amante del lavoro onesto, inserito nella realtà del tempo e per questo in crisi, come la Russia che sta lasciando l'800 e salutando l'arrivo del secolo decimonono; Vronskij, che non rispetta le convenzioni, ama Anna ma dalla società non viene emarginato. Si dice fedele a lei, ma lascia trasparire l'interesse per altre donne, o è solo l'immaginazione di Anna a percepire questo? Non sarà soltanto gelosia? (questo conflitto tra i due mi è piaciuto molto).

- Il messaggio finale lascia la bocca amara, ma niente di più veritiero fu scritto: l'uomo non è nato per essere felice, deve accontentarsi di soluzioni imperfette, perché l'uomo è imperfetto. E l'unica consolazione resta la ricerca di rapporti sinceri, sereni e leali. Questo è l'unico modo, per un uomo o una donna, di trovare sulla terra qualcosa che assomigli alla felicità. Bello davvero, Lev.

10. Non riesco a prendermi la responsabilità di consigliarlo.
Provate così: un giorno, non sapete cosa leggere, prendete in mano Anna Karenina ma senza buone intenzioni. Non pensate: "Adesso lo leggo da capo a piedi". Attaccate l'incipit, annusate, mozzicate i primi capitoli, fate finta di.
Tolstoj non si offenderà e voi potrete quasi uscirne indenni, arrivare a pagina 796 quasi per caso, dopo mesi di abbandoni e ritorni. In un blog ho letto che questo è un libro da far decantare, come i vini più "importanti", che se bevuti subito e a un sorso, rischiano di strozzarti.
Ecco, non strozzatevi con Anna Karenina.
Non datevi un tempo limite. Io sono uscita abbondantemente dai tempi del Ptb (21 dicembre), ma è stato meglio così.
Non si può capire questo libro fino in fondo, a meno di essere esperti o appassionati di storia e società russa, conoscenze che aiuterebbero a gustarselo di più.
Vi dico solo: date una chance a questo classico dei classici.
Mettetevi comodi e, quando mancando 300 pagine (il calo dell'attenzione è fisiologico a quel punto) non perdete le speranze.
E alla fine potrete dire: ho letto Anna Karenina.
Amen!

Info libro
Анна Каренина
1877
Crescere edizioni

2 commenti:

  1. Sono d'accordo sull'ultimo punto! Io ci ho messo qualcosa come 6 mesi: iniziato, sospeso, alternato ad altri libri, abbandonato, ripreso, e divorato per le ultime 350pagine di 887.. E dire che sono abbastanza abituata a libri "pesanti": non era il periodo adatto per leggerlo, ma sono sopravvissuta e sicuramente ne è valsa la pena.. Bisogna leggerlo con i propri tempi, e (che poi è anche il bello dei libri mastodontici) immergersi nell'atmosfera, portarsi dietro, nella vita di tutti i giorni, un tratto del carattere di un certo personaggio, o una particolare abitudine della società russa, come se, contemporaneamente alla nostra quotidianità, avessimo la sensazione di un'altra realtà parallela tangibile che si sviluppa tra drammi, passioni e gelosie percepite in maniera così diversa da noi ma vissute esattamente allo stesso modo..

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  2. Oggi i libri "mastodontici" devono concorrere con i tweet o link di siti strozzati. Siamo così abituati a leggere in velocità che dedicare dei mesi a un solo libro è una grande prova di pazienza. Quindi, complimenti, intanto!
    Anna è un classico che si ama o si odia (forse come tutti i classici), ma la sensazione più bella credo sia quella di avere qualcosa (il libro) e qualcuno (i personaggi) che ti fanno compagnia. In borsa o sul comodino. E qualche minuto, qualche ora al giorno il libro e i personaggi li dedicano a te e tu a loro.
    Con Anna è difficile perché la società descritta è lontanissima da noi, nel tempo e nello spazio (la Russia? E dov'è? :P). In più deve essere il periodo adatto, come dici tu.
    Comunque benvenuta nel club dei sopravvissuti ad Anna Karenina! :D

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