martedì 24 settembre 2013
Quella che ha tagliato "il coso"
"Dunque. Giuditta, Giuditta... ma chi? Quella zia che sta in Piemonte?".
"Sì dai, non si dice 'modello Giuditta'?".
"Quella che tagliò il coso a quell'altro lì...".
Ripartiamo dall'inizio.
Giuditta, racconta la storia, è una donna ebrea, vedova, che salva il suo popolo.
Racconta la storia... cioè vorrai dire racconta la Bibbia.
Eh no, la Bibbia no!
Nella Bibbia o sono santi o sono martiri o sono Gesù Cristo, che fu santo e anche martire.
Ma qualcosa di più allegro, no?
Aspetta.
Immagina per un momento che il libro che hai in mano non si chiami Bibbia, che il capitolo non sia l'Antico testamento, che il popolo in questione non siano gli ebrei.
Immagina.
Immagina una città, delle mura, e dentro uomini, donne, bambini, vecchi, animali.
Immagina un'alba e all'orizzonte un paio di cavalli, con i loro cavalieri. Sono venuti in ricognizione, a vedere il bottino. Girano i destrieri e tornano al campo. Sopra l'elmo una cresta di piume, una corazza protegge quei cuori che solo la spada trapassa. La pietà, quella no, non li attraversa.
Ma che vuoi, siamo in guerra.
Siamo in guerra.
Da una parte quella città, in mezzo al deserto, con uomini, donne, bambini, vecchi, animali.
Dall'altra un esercito. Barbari li chiameranno. Ma adesso sono i più forti, hanno le lance, hanno le armature e hanno lui, Oloferne, bellissimo generale, arrogante, affamato di vittorie, calcolatore e abile nell'arte militare.
Tornano da lui i cavalieri e gli dicono che la città è lì, alte sono le mura, assaltarle è un rischio.
Riduciamola alla fame, tuona lui, il generale che tutto sa sulla guerra, che il re in persona ha investito del potere.
Riduciamola alla fame.
L'assedio: ecco lo strumento scelto da quel generale che si chiama Oloferne, da quell'esercito che sono gli assiri, contro quella città che si chiama Betulia.
Immagina, ora, che dentro quelle mure una donna pianga. Ancora non sa che Oloferne progetta la morte sua e della sua gente. Piange nel buio della sua casa e indossa il velo nero, della vedovanza.
Piange, e se continuasse a piangere, nel ruolo di donna che la tradizione le vorrebbe dare, questa storia non potrebbe essere raccontata.
Quella donna piange e quella donna si chiama Giuditta.
"Ah, ma allora non è la zia del Piemonte".
"Ah, non c'entra con la moda".
"Ma a Oloferne il coso, lì, glielo trancia?".
Il coso lì...
alla prossima puntata.
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