martedì 29 settembre 2015

I licei stanno morendo e il latino non serve



Sarebbe un discorso troppo lungo e attaccabile da parti diverse - un castello che ormai non sa più come difendersi, e lascia aperto il ponte levatoio perché i castellani si cerchino una vita migliore. Nessun rancore. Ciao. Buon futuro.

Due premesse.
Prima, ho fatto il liceo classico.
Seconda, se dovessi rifarlo, lo rifarei.
Quindi vi confesso che posso essere di parte e mi direte se i miei ragionamenti lo sono.

Cominciamo allora.

 Prenderò i commenti più meritevoli dall'articolo pubblicato su Repubblica.

Il latino è totalmente inutile. Così come è totalmente inutile insegnare letteratura inglese a chi l'inglese non lo sa né parlare né scrivere. La scuola deve garantire una cultura non fine a se stessa, ma una cultura che permetta a una persona di decidere per sé. Triste è vedere tanti liceali, i migliori della classe, uscire dal liceo con nozioni futili senza sapere cosa gli piace fare nella vita.

a. Premetto ancora che il signor Mario Rossi qui (lo chiameremo così) era partito dicendo "non generalizziamo". Infatti dice che il latino è "totalmente" inutile e che "i migliori della classe" escono dal liceo senza la minima idea di cosa fare nella vita. Ma non voleva generalizzare. No. No. Scherzi.
Ragiona in modo molto logico, tanto che mi viene il dubbio che abbia studiato la consecutio temporum. In realtà sarebbe stato più utile capire  lui che scuola abbia fatto, ma non è dato sapere (solo che è in America e lavora con ingegneri e pare figo dirlo e basta dai).
Sono d'accordo sulla seconda frase: a cosa serve la letteratura inglese se non sappiamo l'inglese? Perché non tutti (non generalizziamo) i liceali linguistici escono che sanno intrattenere tedeschi, francesi e inglesi in una bella chiacchierata senza mai chiedere: "Sorry, can you repeat?".
Ma non capisco il paragone tra latino e inglese. Se Mario Rossi li mette sulla bilancia, non vuol dire che ci debbano stare. Si tratta di: due lingue di impostazione ed epoca diverse; con grammatiche diverse; tecniche di apprendimento diverse; finalità, sottolineo finalità, diverse. Non imparo il latino per fare la guardia vestita da Centurione fuori dal Colosseo. Ergo, ergo: non imparo il latino per parlarlo. Per cosa, allora?
Proseguiamo.
(Tra parentesi: sempre senza generalizzare, caro Mario, io ho capito quello che volevo fare nella vita proprio grazie al liceo classico. C'est la vie).

b. La domanda madre: a cosa serve studiare latino? Lasciamo stare il greco, contro il quale i più non si scagliano perché è "carino" scrivere le lettere dell'alfabeto greco sul diario, e poi se vai in vacanza a Santorini magari qualcosa capiscono.
Bene.
Il liceo, quando nacque, era il massimo dell'istruzione a cui aspirare. Quasi uno status sociale. Grandi palazzi di architettura fascista, famiglie ricche, precettori per le "ripetizioni" e soprattutto grandi menti che sono diventate i politici e i pensatori che studiamo sui libri di storia (l'ironia). Quest'aura, anche se molti lo negano, è rimasta ancora: "Hai fatto il classico? Uao". Poi seguono "Deve essere stata dura" e "Dovevi per forza fare l'università dopo".
Giovani miei, è ovvio che il latino - in sé - non abbia alcuna utilità, ma bisogna che ci intendiamo: cosa vuoi dire con utilità? Una mia amica si è appena diplomata a un professionale, indirizzo Logistica e vendite: sapeva allestire vetrine e gestire magazzini. Ha fatto uno stage in una azienda di scarpe e ha inscatolato per due mesi alla catena di montaggio prima che la lasciassero a casa. Oggi ha fatto un colloquio in un ristorante.
Utilità.
Allora diciamo che anche un istituto professionale non è "utile", giusto? Perché se non ti aiuta a trovare lavoro, se quello che sai fare fuori non serve a nessuno, mi sembra inutile quanto il latino.
Licei musicali. Prendiamo questi licei musicali. Chi li frequenta pensa di diventare primo clarinetto al San Carlo di Genova facendo un liceo musicale?
Licei artistici. Tutti Van Gogh e Pollock quando hanno fatto la maturità.
Sinceramente, ma di cosa stiamo parlando?
Ma guardiamo realmente a quello che 'sti ragazzi imparano in quei 3/5 anni? Devo dirvi io che a un professionale, lezione di diritto, terzo anno: "Quali sono i comportamenti giusti e sbagliati? Per esempio, buttare per terra una carta è giusto? No! Crocetta sulla prima risposta". Terzo anno. Ma non lo avevamo imparato in prima elementare?

O è perché un liceo artistico è più "carino" e sicuramente "ci si sbatte meno che in un classico".
Ah sì, ma allora il discorso non è più cosa è utile e cosa non lo è. Si parla di offerta formativa, dispensata così, come si seminerebbe un campo: a caso, sperando che qualcosa attecchisca. E soprattutto di voglia di studiare. Questa sconosciuta, viscida cosa che si mette sempre in mezzo.

c. Altro punto: il liceo classico non è più appetibile come alle origini. C'è il latino, si fa fatica. C'è il greco, si sgobba. Poi mettono anche filosofia. Una "combo" che scoraggerebbe anche il più ben disposto. Licei scientifici con indirizzo sportivo: vuoi mettere? Studio matematica che in qualche modo me la cavo e poi ho un sacco di educazione fisica. Per diventare un atleta? Tranquillo, non ti servirà nessuno studio in più. No. No. O per fare il personal trainer? Se ti va bene, finirai in una scuola media privata dove ti prendono perché tuo papà ci studiava in calzoncini quando le foto si stampavano in bianco e nero.

Non voglio diventare... antipatica. Ma ripeto: di cosa stiamo parlando?
Perché mettere alla gogna un liceo - classico - che già di per sé è una sfida e chiede ai "piccoli" quindicenni (?) che lo iniziano tanta pazienza, un buon paio di occhiali e un buon vocabolario?
La proposta formativa si è frammentata: dieci tipi di licei diversi, il doppio di scuole professionali e tante alternative che sinceramente non conosco (sono fuori target da un po'). Mi sembra quasi che, con la scusa di "creare una scuola su misura", come si fa con i detersivi ("Il tuo detersivo preferito!"), si vada incontro ai desideri di questi adolescenti che sognano una vita di arte, sport e musica (tutte cose di genere non precisato: che arte? Che sport? Che musica?). La scuola si fa piccola e, pur di avere ragazzi che studino e che studino al minimo livello richiesto (perché ormai è scuola dell'obbligo), facciamo come dicono loro. Un sondaggino e via: vogliono un liceo scienze sociali con indirizzo economico, perché non si sa mai che una maestra debba far tornare i conti... facciamolo.
Le grandi categorie di un tempo (Liceo vs Non liceo, e Liceo classico vs Liceo scientifico) sono troppo ampie e generiche per andare incontro alle preferenze di tutti.

Con questo non mi schiero a spada tratta con il latino: è difficile, richiede tempo e non ha applicazioni pratiche (che poi non conoscere l'origine della nostra lingua non è poco pratico?).
Eppure mi ritengo fortunata  di averlo studiato.
Non so se chi sta leggendo questo post sia pratico di traduzioni latine: quando devi tradurre, non è solo "cerco la parola sul vocabolario", è una ricostruzione. Cosa va prima e cosa dopo. Quale frase sta più in alto nella gerarchia. Costruisci, in sostanza. Metti in ordine. Fai dei ragionamenti. In questo senso il latino è logica pura, perché è ragionamento puro. Il latino ti insegna a ragionare? Sì. E ti insegna a scegliere le parole. Allarga il tuo vocabolario personale, non quello che hai sul comodino, ma quello che poi userai per parlare con le persone. Sì, anche adesso che diciamo hashtag e social e network. Perché, converrete con me, che queste non sono le uniche parole che usiamo. Almeno, io non posso parlare a clienti e capi discutendo di Facebook e social piattaforme. Il resto? La relazione, il conoscersi? Non usi parole? Io sì. E forse qualcuna più di te non perché sono un genio, ma perché me le ha dette un vocabolario.

Vocabolario. La parola chiave. Il latino al liceo è come un vocabolario. Pesante, pesantissimo. A volte difficile da consultare, a volta ingannatore. Ma pieno di parole e concetti che ti allargano letteralmente il cervello. Che non tornerà a quello che era prima.
Ma il vocabolario, per avere senso che sia nella zaino, deve essere USATO.
Una cosa che molti, nei commenti a Repubblica, danno per scontata.
Una cosa per essere utile deve essere USATA  e APPLICATA. Qualunque essa sia.

Se un vocabolario non viene usato, non sarà utile a nessuno.
Se la conoscenza di Van Gogh non viene usata, non sarà utile a nessuno.
Impari che il corpo umano sotto sforzo fa questo e questo e poi in campo te lo dimentichi? Non ti servirà.

Non solo il latino è inutile. Tutto è inutile se resta ad ammuffire dentro il cervello.
Ma questo non lo dicono nell'articolo di cui sopra.
Fanno sembrare il classico come la tomba dei buoni intenti e le altre scuole come l'Hollywood dalle mille opportunità.
Piano con le dichiarazioni.

Solo perché le iscrizioni al classico sono calate non vuol dire che il classico (o il latino) abbiano smesso di svolgere la loro funzione. Ragazzi, dipende. Da mille fattori. Quanto uno si impegna, che lavoro vuole fare, con che sacrificio.

Presentare i liceali "classici" come automi che escono dalla maturità senza idea di cosa fare nella vita è stupido e "razzista". Perché scusa, negli altri licei non succede? Tutti con il futuro in mente e in mano dopo gli altri licei? Se dobbiamo dire tutto, diciamo tutto. Da quando la scelta del liceo è l'unica variabile che determina quello che farai nella vita?

Come molti saggiamente propongono (e per fortuna ci sono), l'ideale è il compromesso: latino ma anche inglese, entrambi studiati bene. Arte ma anche latino, studiati bene. Sport ma anche latino. Studiati bene.
Non si può? Non c'è tempo? C'è il programma? Eh ma allora deve essere colpa del latino? O di chi dovrebbe occuparsi di fare i piani formativi e distribuire lezioni e insegnanti?

Nella formazione culturale di una persona deve esistere la dicotomia scienza-umanesimo. Entrambe, insieme, completano la persona.
Sapete che è proprio latina l'espressione che dice: "Che vi affanate? Il giusto è nel mezzo".
In medio.
Diamo l'uno e l'altro a questi ragazzi.
Il latino è difficile? Ma anche le funzioni in matematica non scherzano, a quanto so. E allora togliamo il latino in base a cosa? Alla difficoltà? Via anche la matematica allora. No, perché è utile. Torna al punto b.

Studiare materie umanistiche al liceo non impedisce di diventare grandi scienziati.

Mi fermo qui, con una previsione: chi ha studiato latino commenterà dicendo che è "utile e indispensabile", chi non lo ha studiato che è "completamente inutile" (vedi sopra).

E magari qualcuno mi stupirà, mettendosi in medio.
Virtuosi.



1 commento:

  1. Interessante, però hai scritto un articolo benaltrista.
    Io sinceramente non ho capito perchè sia utile studiare al liceo classico, ma solo che anche le altre scuole/materie non sono utili come si ritiene.
    Se tutto è inutile, perchè scegliere il liceo classico?
    E siamo daccapo.
    Fuori tema.

    :)
    luca

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