venerdì 2 gennaio 2015

Top ten 2014: un anno di geni letterari, insanità mentale e uomini caduti sulla terra

Nota: i libri non sono in ordine, non seguono classifiche tra di loro. Mi sono solo piaciuti molto. E ce ne sono almeno altrettanti che spintonano per entrare nella top ten. Se arriveranno alle mani, farò una seconda top ten.

Una serie di sfortunati eventi (volumi 4 e 5). Perché Lemony Snicket è geniale, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo: è un giocoliere delle parole, un sarcastico patentato e trasforma un libro per ragazzi in una piccola, grande goduria per adulti. Sono decisa a finire la serie (13 volumi).



Invito a una decapitazione. Perché, dopo Lolita, Nabokov mi ha sconcertata e angosciata. Ha messo in dubbio la mia sanità mentale, e quello che si impara da questo libro sull'uomo e le sue debolezze è sconvolgente.




L'ipotesi del male. Perché Carrisi, checché ne dicano, è un bravo autore di thriller italiano. Non sempre coerentissimo nelle sue trame, ha inventato uno dei personaggi più cattivi della narrativa contemporanea, il "suggeritore". Mi ha tenuto sveglia parecchio, più di un buon caffè.



Misery. Perché King è King. Potrei mettere nella top anche La bambina che amava Tom Gordon. In entrambi i casi c'è il "vecchio" Stephen King, quello poco commerciale degli inizi, che sapeva prenderti e sbatterti la testa dentro le tue paure più vischiose e putride.



L'uomo che cadde sulla terra. Perché non amo la fantascienza ma ho amato questo libro e il suo protagonista. Perché l'atmosfera è reale e surreale. Perché ti interroghi sul futuro del tuo pianeta. In senso pratico, non filosofico o cosmologico (uh, devo ancora vedere il film con Bowie).


Stoner. Perché avrei voluto scriverlo io un libro così. Che non ha una storia ma in realtà ce l'ha. Che parla di inettitudine. Che ti mette a posto con la coscienza. Siamo tutti deboli, rincorriamo successi, tradiamo, ma non per questo smettiamo di essere "personaggi" interessanti.


L'uomo di Kiev. Malamud: altro genio. I suoi personaggi son burattini con vestiti colorati e facce tristi. Ti mettono davanti il loro e il tuo dolore e ispirano pomeriggi grigi d'inverno che sono i migliori per un lettore con coperta e tazza di tè. Leggete tutto di Malamud. Ma che ve lo dico?


La confraternita dell'uva. Lode a John Fante. Perché non ti ho scoperto prima? Padroneggi la scrittura senza strafare, costruisci personaggi divertenti e miserabili. La confraternita, poi, è un sincero resoconto del rapporto padre-figlio, dal quale più o meno tutti usciamo sconfitti.


La masseria delle allodole. Perché ho sofferto fisicamente le sofferenze delle donne di Antonia Arslan. Tutti i genocidi sono uguali e dalla storia non impariamo mai. Ma le donne e gli uomini di questo libro non si dimenticano.


Dio di illusioni. Donna Tartt scrive un libro ogni dieci anni... ma perché? Vorrei bearmi della sua scrittura, di come langue in centinaia di pagine. Personaggi (a)normali e crudi, un po' Oscar Wilde, un po' Attimo fuggente. Tutti vorremmo frequentare un college americano, dopo aver letto la Tartt. Tutti vorremmo scrivere come la Tartt, dopo aver letto la Tartt.

 

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