lunedì 31 agosto 2015

In vacanza con il cane

Siena, tre anni, e Buddha, la bestia, di due (cutieandthebeast.com)
- Dio, questo cane è dappertutto.
Ho appena trascorso due giorni in un rifugio delle Dolomiti. Sto portando fuori i borsoni, il mio e quelli della mia famiglia, e Uno (non ci ho mai parlato prima) mi apostrofa dicendo che "il mio cane è dappertutto".

 La bestia è un meticcio di neanche sette chili a pelo corto che, lo sottolineo, ha il permesso di stare dove sta. La prima cosa che abbiamo fatto, quando abbiamo prenotato le vacanze, è stata chiedere se al rifugio accettassero cani. Perché la Bestia adora camminare in montagna, ormai ha dieci anni e negli ultimi cinque (almeno) è sempre venuta con noi. Non per ragioni economiche (potevamo lasciarla in una pensione), ma per una questione affettiva: che rimanesse a casa non era nei nostri piani. Tanto più che, ripeto, il rifugio ci ha dato il via libera subito, dicendo che "i cani sono i ben accetti". Se ci fossero stati dei limiti, li avremmo rispettati. Ma di questo nessun avviso. Quindi via tranquilli. Fino a quando Uno mi ha lasciato l'amaro in bocca (e una incazzatura profonda).

Sembrerà una reazione sciocca. "Chissenefrega", no? Quando hai un cane, è molto facile attaccarsi emotivamente a quella che tutti vedono come una semplice bestia, in effetti. Ma mi sono arrovellata sull'atteggiamento di Uno, prima non capendone il senso, poi cercando di capirlo. Se fossi stata al suo posto?
Perché Uno non voleva la mia Bestia in rifugio?

1. Motivi igienici. Sono al primo posto, giusto? Allergie, sporco... Io stessa ho una leggera allergia al pelo dei cani (individuabile o da escludere con un semplice test cutaneo), ma, tra tutte le cose che mi danno fastidio a livello respiratorio, il pelo della Bestia è all'ultimo posto. Potrei parlare per paragrafi di come l'aria che respiriamo sia -n volte più inquinata di quello che un cane ha sul pelo oppure di come siano gli antibiotici, lo stile di vita, le abitudini alimentari a renderci sempre meno resistenti agli agenti esterni. Una cosa, credo, però: se Uno avesse avuto un'allergia seria al pelo della Bestia, saremmo stati informati dal personale del rifugio quasi immediatamente al nostro arrivo e ci saremmo comportati di conseguenza. Se mettevamo in pericolo la salute di qualcUno, l'avremmo tenuta a distanza, spazzolata all'esterno con più regolarità del solito... non penso quindi che Uno avesse un problema allergico. Allergia alle persone, forse, ma è un altro paio di maniche.
Comunque mi sono domandata quanto un cane contribuisca a "sporcare" un ambiente. Ripeto: la Bestia è un meticcio di piccola taglia a pelo corto. Non ne perde tanto, solo nei periodi di muta e solo se si strofina su tappeti o coperte. Ne perde? Sì, come tutti noi perdiamo capelli e peli in condizioni normali. Un cane adulto non fa pipì (o altro) dentro (eccezion fatta per i maschi che segnano il territorio. La mia è una femmina). Un cane adulto non sbava (tranne alcune razze), starnutisce come starnutiamo noi, non lascia in giro rifiuti. Sta poi all'accortezza dei padroni pulirgli le zampe se fuori il terreno è fangoso, non permettere che salti addosso alle altre persone, che lecchi per terra, che morda, nei casi più estremi.
Un cane sporca? Nì. Non si può dire che un cane non lasci tracce, ma chi non ne lascia? Chi non perde capelli, cellule di pelle morta, pezzi di unghie? Con normali interventi quotidiani, un ambiente pulito resta un ambiente pulito. Un ambiente sporco... Ho portato tranquillamente la Bestia con me in sala ristorante perché non c'erano divieti. Durante i nostri pasti se ne stava sotto il tavolo, mangiando nella sua ciotola quello che le davamo. Non ha contaminato il cibo di nessuno né reso la stanza tossica. Non era l'unica bestia e, se anche le ricerche scientifiche hanno dimostrato che vivere con un cane ha più benefici che controindicazioni, Uno si è perso una grande occasione per stare meglio. Senza contare che la Bestia non ha condiviso il letto con Uno, non entrava negli stessi bagni per i bisogni, non calpestava le sue stesse superfici (come può essere in spiaggia, per esempio). Dimenticavo: Uno mi ha lasciato dicendo che avrei dovuto tenerla "fuori". No scusa, fuori... dove? Nella dependance per cani che non ho visto o nel parcheggio (non recintato)? Nella cuccia che mi ero caricata sullo zaino (sicuro) o vicino al generatore elettrico? Facciamo che la mandavo al pascolo con le mucche e non ne parliamo più.

2. Motivi di sicurezza. Un animale resta un essere vivente imprevedibile. "Morde?" chiedono tutti. Non ho mai risposto "No", perché anche il cane più buono, in condizioni particolari, può diventare pericoloso. Gli animali mantengono qualcosa che noi abbiamo perso: l'istinto. E l'animale più obbediente può agire secondo "volere" proprio. Questo non per dire che la Bestia abbia fatto strage in rifugio (anche se...), ma per dire che, mentre stava negli spazi comuni, l'ho sempre tenuta al guinzaglio e sempre "corta", vicino alle mie gambe, con l'accortezza di avvisare le persone che si avvicinavano di non fare movimenti bruschi, di non andarle incontro a mano chiusa per accarezzarla sopra la testa (un cane va accarezzato sotto il mento e con la mano aperta). La Bestia ha bisogno di un po' di tempo per prendere confidenza, ma sta a me decidere se lasciare che sia aggressiva oppure no quando siamo in mezzo alla gente. Sta a me tranquillizzarla se c'è rumore, portarla all'esterno ogni tot per farle prendere aria, controllare le sue reazioni quando incontra altri cani. I cani del rifugio, quelli no, non erano legati. E un incontro tra un cane libero e uno legato non si svolge mai alla pari. Il cane legato si sentirà sempre più in pericolo di quello libero, perché sa che, se le cose si mettono male, non può scappare. L'istinto, ancora. Quindi, quando la Bestia ha incrociato Lucky, protettore del rifugio, la Bestia ha abbaiato, Lucky no. Chi è più "buono"? Lucky, è ovvio. Altro che "can che abbia non morde". Nell'immaginario comune, un cane che abbaia è un cane aggressivo, un cane che non abbia mai è un tenerone. Ma dipende sempre dalla situazione in cui il cane si trova e dalla prontezza del padrone di tirarlo fuori da quella situazione, se lo innervosisce.

3. Motivi di disturbo. Come detto, un cane abbaia. Ma va? E la Bestia ha abbaiato. Non lo nego. Ormai reagisco io d'istinto: se comincia ad abbaiare con insistenza, mi alzo ed esco. Lei si ripiglia con un po' d'ossigeno, non si sente più braccata dalla folla e si tranquillizza. Un cane abbaia per motivi precisi: si avvicina un pericolo (nel caso dei cani da guardia), si sente in pericolo (altri cani, persone troppo irruente...), è felice. Quando mio papà entrava in sala ristorante, la Bestia, che lo aspettava, abbaiava perché era felice. Ha disturbato? Cosa intendiamo con "disturbare"? Abbaiare per dieci secondi o parlare ad alta voce così che ti sentano a tre tavoli di distanza? Quando i cani del rifugio le si avvicinavano, la Bestia abbaiava. "Ehi, calmi, questo chi è, perché mi annusa il...?". Se li avessero tenuti al guinzaglio, sarebbe stato un incontro alla pari. La Bestia è un meticcio di sette chili: se un uomo di cento le si avvicina, la Bestia abbaia un paio di volte per esprimere la sua paura. La sento, la accarezzo e lei capisce che il pericolo è passato. Passato l'uomo dei cento chili, passa anche la paura. Tre secondi? Forse quattro? Il punto è questo: o la imbagliavo o dovevo sperare che le altre persone del rifugio accettassero qualche secondo di "bau" ogni tanto. Preciso anche che siamo stati in giro tutto il giorno e che la Bestia non ha mai abbaiato di notte, che ci siamo svegliati noi alle cinque e mezza "grazie" a degli escursionisti gentili e che "chiudere la porta del corridoio con delicatezza" è un cartello troppo complicato - per gli esseri umani - da interpretare.

Cosa ha spinto, quindi, Uno a ricordarmi che la mia Bestia era stata "troppo in giro", per i suoi gusti? Nessuno dei tre motivi sopra elencati. Ce n'è un altro: l'abitudine. Non essere abituati ad avere un cane può costituire fonte di pregiudizi. Se non vivi con un cane, puoi pensare che siano tutti sporchi, rumorosi e pericolosi. Se non vivi con un cane, può darti fastidio vederli condividere i tuoi spazi. Ma allora diventa un problema tuo, Mr Uno. Io ho fatto tutto quello che potevo perché la Bestia non desse fastidio e non fosse un pericolosa per gli altri, soprattutto per i bambini più piccoli. Ma non rimproverarmi per il fatto che la Bestia respiri. Se sei così tollerante, sarai andato alla reception a chiedere: "Ma i cani qui possono starci?". Potrei scommetterci una mano. Ti avranno risposto che sì, qui i cani sono ammessi. "Quella cagnolina è meno tranquilla degli altri cani, ma porti pazienza". Una mano ci scommetto che ti avranno dato una risposta di comodo perché sei un rompic******* di prima classe e avresti tirato su una polemica colossale.
Hai presente la normativa che dal 2 aprile consente ai cani l'accesso ai luoghi pubblici? La mia Bestia non è entrata nelle cucine, dove le tue cene e le tue colazioni sono state preparate, né ha sparpagliato deiezioni.
Quei cartelli che recitano "io non posso entrare" mi hanno sempre fatto un po' di tristezza, ma li ho sempre rispettati.
Non ho portato la Bestia in un luogo "sensibile". Non l'ho portata in una scuola o in un ospedale: l'ho portata in un rifugio. Dove avevo pensato di trovare persone amiche di natura e animali, ma soprattutto tolleranti. Perché non mi puoi fare il figo che va per cime, ama la vita di montagna e poi non sa vivere in montagna. Ti immagino annusare l'aria mentre vai per sentieri e sentire l'odore delle marmotte in calore. Ti vedo storcere il naso e ripararti alla fragranza del tuo deodorante al pino silvestre.
E mi viene da piangere per il ridere.
La Bestia ti saluta.

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