martedì 23 settembre 2014

Siamo felici... no?







Se non io, chi?
Se non ora, quando?
"Hermione" (Emma Watson) e il suo discorso "femminista" alle Nazioni Unite.

Quando mio papà vuole infastidirmi, dice che sono una "femminista". Pensa di criticarmi, o di stuzzicarmi, perché mi piacerebbe che anche lui caricasse la lavastoviglie o che insegnasse anche a me come usare il decespugliatore.
Non giro per casa con cartelli per "rivendicare il mio corpo, perché il corpo è mio e ne faccio quello che voglio". Non odio gli uomini, non più di quanto odio certe donne. Sono una libera professionista, e, se vengo pagata poco, non è meno di un collega maschio, giornalista, trentenne. Siamo tutti sulla stessa barca.

C'è troppa carne al fuoco, al momento, per discutere di femminismo e pari opportunità nel Paese in cui vivo. Noi donne possiamo frequentare le stesse scuole, accedere alle stesse professioni, agli stessi luoghi pubblici. Non dobbiamo portare veli né essere costrette al matrimonio. Siamo in Parlamento, nei Consigli di amministrazione. Possiamo anche decidere di non depilarci più, mostrarlo sui blog ed esserne orgogliose! Niente che giustifichi una significativa e sonora battaglia per l'equalità di genere.


Al telegiornale passano notizie di mogli, fidanzate o figlie gettate giù dalla finestra o prostituite per il guadagno di sette sataniche.
Su Facebook sono stati cliccati e condivisi i post di una parlamentare in bikini.
I maggiori quotidiani hanno rubriche intere dedicathe alle giornate delle donne, ai lavori delle donne, ai problemi delle donne. "Essere donna" fa notizia.
 

Quando la Watson dice che nessun Paese, oggi, ha ancora raggiunto la parità di genere, ho pensato: "L'Italia sì". Come no? L'Italia sì. Non veniamo soggiogate, stuprate o sfruttate. L'Isis ha minacciato di "schiavizzare le donne di Roma" e subito di risposta gli internauti hanno commentato: "Avrete il vostro bel da fare con le donne occidentali!".

Esatto. Noi siamo donne occidentali. Siamo le eredi di Giovanna d'Arco e Hilary Clinton, di Margaret Tatcher e della Montalcini.
Noi donne della bella Italia stiamo bene...
stiamo bene, no?
E non è vero che non possiamo fare figli altrimenti non ci rinnovano il contratto,
non è vero che non abbiamo il coraggio di denunciare i nostri stalker,
non è vero che, se parliamo di congedi di paternità, ci viene riso in faccia.
Non è vero che siamo le maggiori consumatrici di psicofarmaci, ansiolitici o antidepressivi.
Il corpo è nostro e ne facciamo quello che vogliamo.
Il conto in banca è nostro e ne facciamo quello che vogliamo.
La vita è nostra è nostra e...

Noi siamo felici.
No?

 

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