lunedì 20 ottobre 2014

L'effetto cane




Si fa presto a dire: "Era solo un cane".

Mio nonno era un contadino, e attraverso mio padre mi ha passato il concetto che "le bestie sono bestie, vanno trattate bene, ma da bestie".

Se fosse ancora tra noi, lo tirerei per la manica della camicia (mai avrei osato farlo nella vita vera) per chiedergli: "Ma nonno, tu ce lo hai mai avuto un cane?".



Succede così: per circostanze diverse (altra famiglia, canile, destino...), entri in contatto con un quadrupede che, come ti insegnavano da bambino, fa "bau", produce quantità incredibili di peli, pipì e pupù, soprattutto in giovane età, distrugge ciabatte e cuscini, scava la terra che dovrebbe servire alle piante per stare in piedi, si infila a letto quando già dormi e al mattino te lo ritrovi spalmato in lunghezza sulla tua schiena, con zampa tra le costole. Ha gusti gastronomici (prosciutto cotto sì, crudo mmm...). Abbaia al postino come se portasse missive di guerra, e alle vecchiette come fossero lenti guerrieri in avanzata verso il suo territorio, lenti sì, ma pur sempre guerrieri. E non si sa mai come potrebbero usare bastone e golfino sulle spalle. Perché la casa è sua, e può fare tutto il casino che vuole per tenere lontani gli estranei, orde di Unni provenienti dal nord.

Sei a questo punto, ormai il quadrupede è cresciuto e pensi di averla scampata.

Ma i conti li devi fare anche tu... con l'effetto cane.

I sintomi dell'effetto cane sono inequivocabili:

non ti interessa più quanti peli/pipì/pupù produca il quadrupede succitato; anzi, ogni volta è uno stimolo a fare quelle pulizie che al sabato di solito rimanderesti con scuse patetiche. E poi c'è "il guanto": uno strumento quasi erotico con cui spazzolare l'animale facendogli produrre mugolii languidi ed eliminando il pelo superfluo. Piccoli piaceri.

 

Se ti distrugge ciabatte e cuscini, è la volta di andare all'Ikea e di comprare, oltre ai necessari cuscini e ciabatte, anche oggetti e arredi inutili che, oltre ad alleggerire il portafoglio, alleggeriscono l'animo (effetto benefico degli acquisti dimostrati dalle neuroscienze).

La fase "distruzione piante" di solito è di passaggio, e comunque ti spinge ad aprire il casotto degli attrezzi e a dedicarti più di quanto facessi alla sana abitudine del giardinaggio (col quadrupede che ti salta intorno quasi consapevole di essere l'artefice del tuo verde benessere psicofisico).

Postino e vecchiette li affronti con qualche chiacchierata composta, che poi diventa quasi amichevole. E così, grazie al quadrupede, fai amicizie impensabili.


E a letto scopri che il quadrupede ha un effetto termico non da poco sui tuoi piedi perennemente congelati.

Ecco l'effetto cane: arrivi a giustificare al tuo peloso qualsiasi cosa (nel limite della decenza) e ad avvertire la sua presenza come necessaria per il quotidiano.
Come quando togli l'orologio dal muro perché devi ridipindere la cucina e continui a girarti in quella direzione per guardare l'ora.

Un cane diventa parte dell'arredamento, del giardino, della famiglia, degli impegni, delle vacanze, del tuo lavoro.
Lui ti fa festa quando torni a casa, se sei stato al market per dieci minuti o in ufficio per otto ore.
Lui ti sale in braccio quando si sente un po' solo e non ha nessuna tv da guardare.
Lui ti fa compagnia nelle ore felici e in quelle tristi, nei viaggi e nei pomeriggi più oziosi, nelle mattine di sole e nelle sere che chiamano la neve.
E se un altro cane di casa muore, magari all'improvviso, lui vive il lutto con te, perché si chiamano "bestie", ma a volte non riesco proprio a capire perché.

Un cane diventa il tuo terzo braccio,
il tuo secondo cuore.

Un cane riesce a conquistarti con niente, tranne che con se stesso. Senza parole o vestiti che lo rendano più bello.
Un cane ti riporta a volerti bene, se non te ne vuoi più, perché il bene che ti dà lui è troppo, per restare dentro un quadrupede di pochi chili.

Oggi il cane di una mia amica è morto, e negli occhi di lei, oltre alla lacrime, ho visto il vuoto. La perdita. La mancanza. Che ti prende e ti sbudella lo stomaco quando vedi quella cuccia vuota.

Sì nonno, era solo un cane. Ma i cani non sono solo animali: sono compagni di strada. Tatuaggi di sentimenti semplici e pelosi che non ti togli più.



 

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