giovedì 19 febbraio 2015

L'amore in sanremese



Siamo ancora la terra dell'amore,
quello cantato con il mandolino e un fiore in mano.
Non mi spiego, altrimenti, l'inflazione del tema nelle canzoni dell'ultimo Sanremo.

Sotto sotto, siamo ancora dei romanticoni. Forse troppo, perché si pensa che, parlando o cantando d'amore, si faccia sempre centro. "L'amore non è tutto, ma ha qualcosa più di tutto". Sì, ma devi saperci fare. Se no perde di senso, e si dà l'idea di non voler rischiare. Insomma, "cuore", "sole", "stelle", "sogni"... alla fine stufano, se non le condisci.

Ho ascoltato i brani sanremesi alla radio, avanti e indietro dall'ufficio. Passano principalmente quelle - un po' d'orgoglio nazionale.
Mi sono fermata sulle parole, e ho preso nota, mentalmente, confrontando.
Volevo arrivare a darmi una risposta: chi, oggi, sa parlare meglio d'amore?
Parole, proprio. Testo.
Qui sotto ho trascritto pezzi di quattro canzoni di Sanremo e un'altra che invece non ha partecipato. Per rifletterci un po' su. E farne un'analisi... logico-amorosa.

N.B. non esprimerò nessun giudizio sui cantanti o sulle musiche.
Se sono i vostri cantanti preferiti, non ve ne abbiate a male.

Nek, Fatti avanti amore

Abbiamo gambe
Per fare passi
Trovarci persi
Avvicinarci e poi

Abbiamo bocche
Per dare baci
O meglio dire
Per assaggiarci


Concetti very very basic. Con le gambe si cammina, con la bocca si bacia. Niente di nuovo. Ah sì, con la bocca ci si "assaggia": mi sta meglio con un piatto di pasta, che con una persona. E perché, quando l'amore ci trova, dobbiamo sempre essere "persi"? L'amore che salva: un cliché. Quando ci innamoriamo, possiamo già essere persone felici.

Se un pianto ci fa nascere
Un senso a tutti il male forse c’è


Questa frase mi piace. Ricorda un po' il "nasciamo piangendo", però gli dà un senso positivo.

Io sono pronto a vivere
Ti guardo e so perché

Siamo fatti per amare
Nonostante noi
Siamo due braccia
Con un cuore
Solo questo avrai da me
Fatti avanti amore
Fatti avanti amore


"Siamo due braccia con un cuore": anche qui, un'immagine che impariamo a disegnare da bambini. Se il senso è "siamo limitati" ma nonostante tutto possiamo amare, bah...
"Fatti avanti amore": è sempre la ragazza che deve farsi avanti? L'idea è quella di una donna con troppe insicurezze, che, ascoltando questa canzone, si decide finalmente a sciogliere il suo cuore ferito. Eddai. Esistono anche donne forti che ancora gli uomini li conquistano (caso per caso valutandibus).

Abbiamo mani
Per afferrarci
Girare insieme
Come ingranaggi e poi

Abbiamo occhi
Con cui vediamo
Ma se li chiudi
Ci riconosciamo


Torna la parte "siamo fatti così, siamo proprio fatti così"...

Perfetti come macchine
Miracolo di nervi ed anime. 



"Siamo macchine perfette" suona leonardesco. La frase dopo sui miracoli e i nervi e le anime mi stona. "Anima" e "miracolo" sono parole grandi, ma sono state talmente ripetute che hanno perso significato.

Senti quanto rumore
Il cuore lo fa da solo


A parte la sintassi un po' zoppicante, è un'immagine forte: il cuore fa rumore. Solo che c'è troppo rumore, e non riusciamo mai ad ascoltarlo.

Voto: 6.

Adesso e qui, Malika Ayane

Se lo vuoi rimani
Non c'è molto da dire che non sia già detto
Si dice che domani
Sia il solo posto adatto per un bel ricordo

Mi piace il concetto "adesso restiamo in silenzio": è il momento di una storia quando ci si è detti proprio tutto, si hanno tanti ricordi, e le parole non servono più.

Non è da vicino e nemmeno addosso
No, non desiderare
Lascia non esista mai

Ecco, questa frase... non ha senso.

Silenzi per cena
Conoscersi
Lasciarsi le mani
Non è quello che ci spetta
Né buone idee
Né baci per strada
Adesso e qui
Nostalgico presente

Il testo usa delle immagini: i silenzi a cena, i baci per strada. Secondo me, è il modo giusto per cantare l'amore. Usare le immagini.
Poi l'ossimoro: "nostalgico presente" (la nostalgia sarebbe del passato).
Mi sembra che il testo sia stato curato di più rispetto a un Nek. 

Voto: 8.

Siamo uguali, Lorenzo Fragola

Passerà, stanotte passerà
E forse torneremo, ad amarci

Impazzirai, lo so che impazzirai
Perché non ci basta il tempo
Perché nulla basta mai

Anche se in fondo il nostro è amore
Usiamo stupide parole
Perché è stupido chi pensa che non serva anche il dolore


Niente di nuovo. Andiamo oltre.

E siamo vicini ma lontani, e troppi tentativi vani

E forse arriverà, domani
Siamo uguali in fondo
E forse cercherai, le mie mani
Solo per un giorno
Non scappare dai miei sguardi
Non possono inseguirti, non voltarti dai
E forse capirai, quanto vali

Potrei darti il mondo
Ma griderai, sul silenzio della pioggia
è rancore e mal di testa, su una base un po’ distorta
Ti dirò, siamo uguali come vedi


"Non scappare", "I miei sguardi non possono inseguirti". E ridaje con 'sta donna in eterna fuga.
"Potrei darti il mondo": vecchia.
"Griderai sul silenzio della pioggia": come si fa a gridare "sul" silenzio, non si sa. Poi se piove, non c'è silenzio. Fenomenologicamente, è impossibile.
La frase dopo, boh: rancore, mal di testa, su una base che?
"Ti dirò, siamo uguali, come vedi". Non riesco a capire perché i due della canzone dovrebbero essere uguali. E se una canzone non mi fa capire il senso del titolo... ncs.

Voto: mah.

Il mondo esplode tranne noi, Dear Jack

Pensa
A questa stanza
A una conquista
A te che dormi mentre sei
Qui nascosta
Tra cielo e terra
Diventi aria
E cresci
Fino alle idee.


Mi viene il singhiozzo a cantare queste frasi: gli fanno una pippa agli ermetici. La sintassi, no eh? E poi lei prima dorme, nascosta tra cielo e terra (quindi dove esattamente?); poi diventa aria e cresce fino alle idee. Un po' primi filosofi (avete presente?), un po' Platone. Non si capisce perché 'sta povera ragazza non possa essere in carne e ossa.

Il mondo esplode tranne noi
Che abbiamo fretta
Di perderci cercando
Il senso dentro questo viaggio


Il mondo che esplode, loro che si salvano: troppo The day after tomorrow. L'antitesi "perdersi/trovarsi" è trita, e l'immagine dell'amore come viaggio anche.

Cerco
Un sorriso
Dentro a un pianto
Ai piedi di un tramonto
Sei
Quella scoperta
Che non passa
Che muove cielo e terra
Fino alla idee
E non ti accorgi
Cade una stella guardandoti.


Ditelo voi: sorriso dentro un pianto, il tramonto, cielo e terra, fino alle idee... repetita non iuvant!
E poi: "cade una stella guardandoti". Cioè fammi capire: la stella ti guarda e cade? Sfiga per la stella, oltre che, ancora una volta, un fenomeno irreale.

Voto: non so. 

Insomma. 
Non sono molto entusiasta dell'amore in sanremese.
Non si era capito?

Vi prendo adesso una canzone, sempre dalla radio, che non ha partecipato a Sanremo (ditemi se sbaglio), e che ha qualcosa di buono, se non altro di migliore.
P.S. non sono affatto una "tizianina".

Incanto, Tiziano Ferro

Come quando io ti ho visto per la prima volta
Tra milioni di occhi la vita si nascose
Come fissare il sole in una notte
Far sparire tutti gli altri in un secondo come niente

Qui il testo è "musicale", e già è un punto. "La vita si nascose tra milioni di occhi": un modo un po' diverso per raccontare il primo incontro. "Fissare il sole in una notte" è più scontato, ma Tiziano si rifà con l'ultimo scatto fotografico: "far sparire tutti in un secondo". L'amore non ha forse questo effetto?

Dopo un lungo inverno accettammo l'amore
Che meritiamo di pensare o pensiamo di meritare
Per questo a volte ci facciamo così male

L'amore è un'estate che arriva dopo l'inverno. Mi ripeto: non per forza dobbiamo essere "all'inverno" (o alla frutta) per innamorarci. Però la contrapposizione estate/inverno è sempre inconica. Tiziano, poi, inserisce un chiasmo! "Meritiamo di pensare o pensiamo di meritare". Niente di che, però per chi ama le figure retoriche è un piccolo orgasmo! E i verbi "pensare" e "meritare" sono spesso l'antefatto della sofferenza ("ci facciamo così male").

Desidero sapere dove va a finire il sole
Se il freddo delle parole gela lo stupore
Se non ti so scaldare né curare dal rumore
Ho soltanto una vita e la vorrei dividere
Con te che anche nel difetto e nell'imperfezione
Sei soltanto... incanto, incanto.

Torna la contrapposizione calore/freddo: "sole", "freddo", "gelo", "scaldare".
Non mi piace il riferimento al tramonto ("dove va a finire il sole"), perché pare che sia l'unico momento romantico della giornata; meglio quando dice "se non ti so scaldare né curare dal rumore", sono immagini (di nuovo) semplici, che rendono l'idea di prendersi a cuore l'altro.
Bella, bella, bella la frase successiva: "Ho soltanto una vita e la vorrei dividere con te anche nel difetto e nell'imperfezione".
E viva la chiusura "sei incanto". Finalmente una parola efficace per dire amore: "incanto", cioè non saperselo spiegare, rimanere abbacinati, come da ghiacchio rilucente, muti, pietrificati dalla bellezza.
Ancora una volta: forse per dire l'amore, non servono le parole.

Voto: 7 e mezzo.

E diamola una sufficienza.

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