giovedì 12 marzo 2015

Gli uomini della mia vita




Si è parlato di festa della donna, in questi giorni, e per contrapposizione mi sono venuti in mente tutti gli uomini della mia vita.
Ne ho avuti tanti.


Ci sono gli  zii: Gigi, che mi ha regalato Barbie ginnasta; Bepi, che, quando se ne va, lascia sempre odore di fieno e di terra; Angelo, dai sorrisi grandi; Adriano, che ai matrimoni balla il twist come nessuno.
E i nonni. Oh, i nonni. Un contadino dalla pelle dura e un cameriere che si salvò dai tedeschi perché piacque all'amante del comandante. Mi spiego?
 
C'è Siro, il maestro di pianoforte, che non mi faceva suonare Beethoven e Bach, perché lui voleva fare jazz, improvvisava sempre, e non si arrabbiava se non facevo gli esercizi a casa.
C'è Egidio, don Egidio, che, avendomi battezzata, pensa di essersi guadagnato il diritto di abbracciarmi sempre quando mi vede, stringendomi sotto la sua enorme ascella. Non smette neanche dopo 26 anni. E io non ho cuore di farlo smettere.
Un altro don è Francesco, che mi risponde sempre male, ma poi mi offre il caffè.

C'è Mario, il vicino che passa a piedi ogni giorno e saluta sempre.
C'è Franceschini, l'altro vicino. Chiacchieriamo mentre lavoriamo all'orto. Non si capacita che una donna si sporchi le mani di erbacce e vermi, per di più volontariamente. E parliamo, parliamo.
Quell'altro vicino ancora, quello a sud, non parla mai, fa l'orto anche lui, ma a volte penso che abbia un laboratorio nucleare in cantina. Me lo dice lo sguardo, incupito, e quel modo di camminare, zoppicando un po', che solo gli assassini hanno, o i vecchi tanto soli senza nessuno cui appoggiarsi.

C'è Ivo, Ivo il Cattivo, professore di latino al biennio, crudele se ti chiedeva le declinazioni, ma poi cantava Ba ba ba quando dovevamo ripassare l'imperfetto indicativo.
Il preside, Diego, padre Diego, zoppicava anche lui, e non negava mai una pacca sulla spalla. Se in ricreazione scartavi il Kinder Bueno e la cartina, quella trasparente e impossibile da maneggiare, cadeva per terra, lui faceva finta di non accorgesene.
Oh, e Roberto, il professore di musica. Ho suonato col flauto We are the world all'esame di terza media e mi ha applaudito con occhi lucidi (gli sarebbe andata bene anche Jingle Bells).

Ci sono i maschi del Gruppo di lettura di questo blog, ovviamente. Andrea, Marco... Così bravi da aver accettato di leggere tutti assieme un libro sul tema del femminismo. Qualcuno li faccia santi.

E ci sono gli "usignoli", che ogni settimana seguono le mie mani impazzite nel tentativo di capire gli attacchi giusti delle canzoni. Un piccolo, grande coro (Gesù, mandacela buona a Pasqua).

Altri uomini li vedo ogni settimana al gruppo folk. Non pensate ai balli in cerchio, con canzoni in dialetto e calzerotti di lana... proprio quelli. Ma ci si diverte. E mi hanno adottata. Anche se vengo da fuori paese, e credetemi, dalle mie parti anche solo una valle fa la differenza. Un enorme differenza.

C'è il postino con i rasta, che ha consegnato così tanti libri che ormai io sono "quella che legge".
C'è il garzone (si dice ancora?) del supermercato, anche lui saluta sempre (i gentleman esistono ancora).
Alla posta quel maleducato l'hanno trasferito. Yuppie.
E il mio parrucchiere giura di non essere gay.

Ci sono i colleghi di lavoro. Ogni giorno cerchiamo di guadagnarci la pagnotta usando solo le parole, le immagini e l'immaginazione. Uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare. Insieme, e con la pausa caffè, ce la caviamo meglio. (Rompo un cliché: anche gli uomini chiacchierano tanto sul posto di lavoro). Chiusa parentesi.

E c'è il fratello più grande, che non sempre si va d'accordo, a volte non ci si capisce proprio. Ma fratelli e sorelle sono il tuo futuro, e, anche se provi, non riesci a farne a meno.
E c'è il papà, quell'orso bruno di rara specie che a 60 anni suonati ancora non riesce a dire "grazie" o "per favore". Ma cosa fai, lo rimandi indietro? Poi scopri che ti sta costruendo una libreria di nascosto, giù in taverna, e ti sciogli. Mannaggia a te, mannaggia.

Ah, ma volevate "quegli" uomini? Proprio quelli? Della serie, primo appuntamento, primo bacio, rotture, lacrime copiose...naaah. In un altro post, magari.

Non ne ho avuti già abbastanza di uomini?

P.S. Sì, sì, vi racconterò anche la storia con Johnny Depp...

 

Nessun commento:

Posta un commento