mercoledì 4 marzo 2015

Quaresima, non ci sto





Bambina, guardavo alla Quaresima con un senso di rinuncia. Non capivo perché gli adulti dovessero mettersi la cenere sulla testa, privarsi della carne il venerdì e battersi tanto i pugni sul petto.
Per fortuna, ero piccola, e la mamma mi cucinava una cotoletta, sgarrando agli usi. "Sei ancora bassa. Devi mangiare". Mio papà grugniva, ma l'accordo con la mamma vinceva.
Poi cresci, e vieni allo scontro con questa educazione.
Che fai? Mangi un biscotto il primo mercoledì di santa Quaresima? E ti ricordi, sì, che la domenica sarebbe giorno festivo? Potresti anche farti vedere in chiesa, una domenica su cinque, magari senza sederti sempre in ultimo banco.
Ma quell'odore di incenso, che ti pizzica il naso, pizzica anche la coscienza. Capisci che è qualcosa di più della carne, della dispensa da chiudere col lucchetto, delle messe saltate. Quaresima è rinascita.
Sì, ok, ma per me? Io devo rinascere? Sarò mica buddista. Forse vuol dire cambiare, migliorare. Ma ci provo tutto l'anno! Se ho solo quaranta giorni, mi sale l'ansia. Santi fioretti! Come? Non mangi più Nutella fino a Pasqua? Non mangio più Nutella da marzo scorso, ma quello è il mio intestino che ha deciso di diventare più casto. Un altro discorso. No, ci vuole qualcosa di più. Sono adulta. Ho quaranta giorni per diventare una persona migliore. Ti sembra poco? Mi sembra abbastanza, già come atteggiamento, no? Dai, sentiamo, cosa vorresti fare, santa Maria Goretti de noialtri? Calma, non è facile. Posso prendere una frase in prestito? Fai come vuoi, è il tuo fiorellino. Si dice fioretto. Come vuoi. Taci. "Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere". Che ne dici? Ah, solo questo? Sei matta? Credi di poter mantenere questa promessa in quaranta giorni? Illusa. No. No, che non posso, ma ci posso provare. Ci posso provare.
La mia Quaresima non è rinascita, è ripartenza, da un bivio: cambiare o accettare. Il resto lo lascio a Quello del Piano di sopra.
E, possibilmente, prima di Pasqua cercherò di guarire da questa personalità multipla che mi fa scrivere i post come se avessi un grillo parlante per spalla.

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