lunedì 14 maggio 2018

Un sacchetto, per favore, ma d'amore, si può?


Un sacco no, non esageriamo, ma un sacchetto sì.

"Un sacchetto d'amore, ovvero i sentimenti al tempo dello shopping compulsivo" è uno spettacolo che un po' ci rende ridicoli. Tutti, eh.

Quante volte siamo usciti da un negozio appagati, per poi sentirci smaniosi d'acquisto mezz'ora dopo?
Quante volte "ma quel maglione non ce l'ho rosso", "una borsa nera la metto con tutto", "ci vuole anche la pochette", "no, il mio cellulare funziona benissimo, ma il nuovo modello è una figata", "e ai bambini servono vestiti nuovi per la scuola". In loop.
Antonella Questa è Cinzia e il suo shopping compulsivo (milioni gli italiani affetti), oniomania, incantesimo da troppe borse, troppo belle.
Ma è tutte le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi che sentono di essere vuoti, perché? boh!, e un sacchetto è più facile da riempire di un cuore. No?
Antonella è una monologhista con i contro cabbasisi, è una decina di personaggi, maschi, femmine e il cane Raul che sta in borsetta se no lo pestano.
Antonella è una macchina da palcoscenico, e quando alla fine chiede al pubblico "Tu di cosa hai davvero bisogno?", vorresti andare lì ad abbracciarla, per dirle:
"Grazie, nessuno me lo ha mai chiesto".

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